di Hanieh Tarkian
Mettiamo che l’Iran modifichi le sue leggi per quanto riguarda il codice di abbigliamento (chiaramente non è questo il problema dell’Iran, come non lo è la questione del nucleare, ma facciamo un’ipotesi): le donne non dovranno più coprirsi la testa. Questo sarà sufficiente? chiaramente no, dopo si rivendicherà anche il diritto al top e alla minigonna, e quindi il bikini. Finalmente l’Iran sarà un paese dove ci si vestirà esattamente come in Occidente e così si arriverà (“finalmente!” diranno la Boldrini e tutte le femministe e gli amici di Soros ecc) a una completa “rivoluzione” dei costumi e della tradizione iraniana. Fino a quando è “accettabile” un cambiamento dei costumi?
In qualsiasi paese civile esiste un codice di abbigliamento e un codice morale, anche in Italia si parla ancora di buon costume e moralità pubblica, tuttavia l’applicazione delle norme cambia in base al cambiamento dei costumi e della sensibilità rispetto a questi temi, molto spesso proprio su spinta della propaganda mediatica, per cui si diventa sempre più “permissivi”.
Deve esserci un limite al cambiamento dei costumi? Chi lo decide? Come si stabilisce?
E se questo cambiamento non fosse veramente voluto dal popolo ma fosse imposto dalla propaganda e da determinate politiche di distruzione dell’identità di un popolo (come in parte è successo in Europa)?
