di Matteo Martini
L’obiettivo del “grande reset” era salvare l’economia occidentale dalla crisi di sovra-indebitamento ciclico, consolidare il controllo unipolare sul mondo, e attuare un maggior ordine, minore entropia, riducendo la mobilità, la ricchezza delle persone e il numero di abitanti.
Con una buona dose di transumanesimo di facciata – ché quello è il wishful thinking delle élite occidentali, e solo occidentali, perché il transumanesimo, come il darwinismo, è una creazione anglosassone.
Il grande reset serviva a salvare l’ordine precedente, creando più ordine.
L’emergere di un nuovo multipolarismo – compreso un multipolarismo valoriale (ortodossia russa, neoconfucianesimo cinese, anti colonialismo identitario africano), insieme a un arretramento generale del potere dell’Occidente collettivo di condizionare il mondo, sconfessa decisamente tutto questo.
