di Roberto Siconolfi
Fenomeni per certi versi speculari, perché fondati su un attaccamento verso un’ideologia morta e verso un periodo storico superato che non tornerà più né così com’è, in un senso o nell’altro, e né riformato, sempre in un senso o nell’altro; tra questi due fenomeni, ovvero il fascismo e l’antifascismo, l’unica cosa saggia è “reintegrare” (in senso psicologico) il fascismo alla propria storia e alla propria coscienza – individuale e collettiva – di europei.
E il modo migliore per farlo è diffondendo la conoscenza e la lettura di tutti quei filosofi, letterati, politici, uomini di arte e di cultura che in un modo o nell’altro sono stati fascisti o vicini o accomunati al fascismo, e verso i quali da circa 100 anni è scattata la tagliola della damnatio memoriae.
E quindi conoscere e studiare Heidegger, Jünger, Céline, Pound, Evola, Gentile, Spengler, Drieu La Rochelle, Brasillach, Cioran, e ancora D’Annunzio, Marinetti, Rosenberg, Ricci, Darré, Codreanu, Degrelle, Perón, Hitler e Mussolini.
E tanti altri ancora di ieri e di oggi (compresi Dugin e De Benoist).
E questo forse è il modo principale per chiudere il capitolo e andare avanti!
