di Hanieh Tarkian
Il 9 novembre il segretario del Consiglio di sicurezza russo, Nikolai Patrushev, ha incontrato il presidente iraniano Ebrahim Raisi a Teheran, dove ha discusso del rafforzamento delle relazioni commerciali e della cooperazione in materia di sicurezza tra la Russia e la Repubblica islamica, soprattutto per quanto concerne il conflitto in corso in Ucraina.
L’incontro era incentrato su varie questioni riguardanti la cooperazione russo-iraniana nel campo della sicurezza, nonché su una serie di problemi internazionali, hanno riferito i media russi.
Ciò avviene in un momento in cui Iran e Russia hanno già intensificato la cooperazione, in particolare in campo militare e industriale.
Durante la sua visita, Patrushev ha incontrato anche l’ammiraglio Ali Shamkhani, segretario del Consiglio supremo di sicurezza nazionale iraniano.
“L’espansione della cooperazione bilaterale e regionale, soprattutto con i paesi vicini in campo economico, è una delle priorità strategiche del nostro Paese”, ha detto Shamkhani a Patrushev, soprattutto alla luce delle dure sanzioni statunitensi che colpiscono sia Mosca che Teheran.
Ha anche sottolineato l’importanza della cooperazione energetica, nei trasporti, nell’agricoltura e tra le banche tra i due paesi.
A proposito della guerra in Ucraina, il funzionario iraniano ha dichiarato: “L’Iran accoglie e sostiene qualsiasi iniziativa basata sul dialogo che porti a un cessate il fuoco e alla pace tra Russia e Ucraina, ed è pronto a svolgere un ruolo di intermediazione per porre fine alla guerra”.
Di recente, le relazioni tra Teheran e Kiev sono peggiorate in modo significativo a causa della fornitura di droni iraniani alla Russia. Il 5 novembre, il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir Abdollahian ha ammesso che l’Iran ha fornito alla Russia droni, ma ha dichiarato esplicitamente che ciò è avvenuto prima dell’inizio della guerra. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha definito la sua dichiarazione una “menzogna” e ha chiesto la “punizione” dell’Iran.
L’Iran ha chiesto colloqui con l’Ucraina per discutere e chiarire la questione. Abdollahian ha rivelato che i rappresentanti di entrambi i paesi avevano concordato di incontrarsi più di due settimane fa in Europa sulla questione, ma Washington e Berlino hanno fatto pressioni su Kiev affinché sospendesse l’incontro.
Durante l’incontro di Shamkhani con Patrushev è emersa anche la questione della sicurezza interna della Repubblica islamica, soprattutto per quanto riguarda le proteste a livello nazionale, innescate dalla morte della 22enne Mahsa Amini. Molte di queste proteste si sono rapidamente trasformate in rivolte violente.
Patrushev ha confermato a Shamkhani che le agenzie di intelligence occidentali sono state determinanti nell’organizzazione di queste rivolte violente, così come della successiva diffusione di disinformazione sulla situazione nel paese.
Durante un’intervista con il canale della BBC in persiano il 7 novembre, l’ex consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, John Bolton, ha ammesso l’intervento straniero in Iran, rivelando che gruppi separatisti armati stanno usando armi di contrabbando provenienti dalla regione del Kurdistan iracheno.
Inoltre Bolton ha espresso la speranza che la situazione possa portare a un cambio di regime illegale in Iran.
