di Alexander Dugin
“L’architettura del postmoderno è priva di centro, asse, equilibrio e armonia. La postmodernità è mezzanotte. La modernità corrisponde alla sera, al tramonto: ci sono ancora residui del mondo tradizionale, di luce, di soggettività, di razionalità e di totalità. Ci sono famiglie, società, stati e uomini. Nella postmodernità tutto questo viene sostituito da dio, cyborg e entità post-umane. Al posto della realtà c’è la virtualità; al posto dell’intelligenza, l’intelligenza artificiale; al posto del postthombre; al posto del razionalismo moderno, la schizofrenia di Deleuze e Guattari. È una società liquida (Bauman) in cui tutto si dissolve, in realtà, non è nemmeno una società, ma una distruzione caotica di strutture che rilascia una grande quantità di energia, immediatamente sciolta in un processo entropico. È una caduta ininterrotta verso il basso”.
