a cura di Daniele Perra
“È in virtù di un’illusione ottica dello stesso genere che gli Occidentali attribuiscono una eccessiva importanza a ciò che fanno piccole minoranze turbolente, formate da persone sovente ignorate dai loro stessi compatrioti, i quali, in ogni caso, non hanno per costoro alcuna stima. Intendiamo parlare di qualche individuo cresciuto in Europa o in America, come se ne trovano oggi più o meno in tutti i Paesi orientali, e che, avendo perduto a causa di questa educazione il senso della tradizione e non conoscendo nulla della propria civiltà, crede di far del bene sbandierando il modernismo più spinto. Questi giovani Orientali, come essi stessi si dichiarano per meglio mettere in evidenza le loro tendenze, non potrebbero mai acquisire un influsso reale nel loro Paese; talvolta vengono usati a loro insaputa per servire uno scopo di cui non si accorgono neppure […] I veri Orientali non ci tengono affatto a farsi conoscere all’estero, e ciò spiega alcuni errori abbastanza curiosi. Siamo stati spesso colpiti dalla facilità con cui qualche scrittore incopetente e senza alcuna autorità, talvolta addirittura al soldo di qualche potenza europea, riesce a farsi accettare come rappresentante autentico del pensiero orientale, pur se non esprime che idee completamente occidentali. A costoro si crede sulla parola solo perché portano un nome orientale, e poiché mancano i termini di paragone, si fa loro credito per attribuire a tutti i loro compatrioti concezioni ed opinioni che a essi soli appartengono e sovente sono agli antipodi dello spirito orientale; e beninteso, i loro scritti sono strettamente riservati ad un pubblico europeo e americano, e in Oriente nessuno ne ha mai sentito parlare.”
(Tratto da Oriente e Occidente)
