Postmodernità: attacchi di caos

di Alexander Dugin

Nella cultura, i rappresentanti del postmodernismo e del realismo critico (r.o.o.) hanno abbracciato questo e hanno iniziato con entusiasmo ad applicare teorie fisiche alla società. In questo caso si è spostati dal modello quantistico, non proiettato sulla società, alla sinergia e alla teoria del caos. La società d’ora in poi non ha dovuto creare alcun sistema gerarchico normativo, passando a un principio di rete – al concetto di rizoma (Deleuze/Gvattari). Il modello consisteva in situazioni in cui i malati mentali prendevano il potere sui medici clinici e costruivano i propri sistemi di liberazione. In questo, i progressisti hanno visto l’ideale di una “società aperta”, generalmente libera da regole e leggi severe, cambiando il suo atteggiamento secondo impulsi puramente casuali. La biforcazione diventerebbe una situazione tipica e l’imprevedibilità generale delle masse schizomiche verrebbe incorporata in teorie complesse non lineari. Tali masse potrebbero essere controllate, ma non direttamente, anzi indirettamente, moderando i loro pensieri, desideri e impulsi apparentemente spontanei, ma in realtà strettamente predeterminati. La democrazia era ormai sinonimo di caos. La massa non stava solo scegliendo l’ordine, lo stava rovesciando, portando la causa al disordine totale.

Postmodernità: attacchi di caos
Postmodernità: attacchi di caos

Pubblicato da vincenzodimaio

Estremorientalista ermeneutico. Epistemologo Confuciano. Dottore in Scienze Diplomatiche e Internazionali. Consulente allo sviluppo locale. Sociologo onirico. Geometra dei sogni. Grafico assiale. Pittore musicale. Aspirante giornalista. Acrobata squilibrato. Sentierista del vuoto. Ascoltantista silenziatore.

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