di Luca Rudra Vincenzini
“Yad idaṃ tad aham eva”,”come quello così (sono) anche io”, ovvero: “qualsiasi cosa esiste è come me stesso, è null’altro che me”, Mālinīvijayottaratantra, trad. Rudra.
Una delle pratiche più usate nel tantrismo non duale è l’espansione del centro (madhya-vikāsaḥ), del cuore (hṛdaya), sino ad includere tutti gli esseri viventi, compresi quelli che non ci piacciono: ogni variabile è manifestazione dell’Assoluto. Questa pratica di benevolenza però non è stolta, perché il comprendere la natura delle cose implica il fatto che, quando siamo davanti ad un pericolo o ad un essere che potrebbe recarci un danno, proteggiamo noi stessi in maniera saggia.
Il giorno dopo un potentissimo intensivo śaktipāt, un devoto andò da Baba Muktānanda. Il tizio era stato morso malamente da un cane con il quale aveva cercato di giocare in preda allo stato estatico sorto in lui nel ritiro di meditazione. Giunto di fronte a Baba, indignato, disse:”mi hai mentito, hai detto che tutto è manifestazione di Śiva, tutto è beatitudine, in estasi ho tentato di giocare con un cane da guardia e lui mi ha morso!”. Baba tacque un istante, per capire bene come fossero andate le cose, e poi rispose:”tutto vero ma il cane non poteva saperlo, non aveva fatto l’intensivo come te!”.
