a cura di Onirika
C’é una grande differenza fra l’esotico e l’esoterico.
Esoterico non vuol dire misterioso, arcano, incomprensibile, occulto o qualsivoglia altro significato.
Significa semplicemente “interiore” volto all’interno, e si distingue dall’“essoterico” con due esse, che a sua volta vuol dire esteriore, volto all’esterno.
Nella cultura greca classica da cui discendiamo, si distinguevano due tipologie di insegnamento, quello rivolto a un gruppo considerato interno a una scuola, e quello rivolto all’esterno, al grande pubblico, alle masse.
Da qui ad esempio gli scritti esoterici o essoterici di Aristotele.
Come poi tutto ciò sia scaduto e divenuto appannaggio di ristrette cerchie di individui solo la storia lo sa, e basta rispolverare qualche cenno sui maggiori sistemi di potere che si sono imposti nella storia, per capire bene che al potere non é mai piaciuto che la cosiddetta “Conoscenza” potesse arrivare a chiunque, sarebbe stato pericoloso per il potere stesso, ne avrebbe minato la forza, la capacità di comandare, di imperare.
“Dividi et impera” dicevano i nonni latini.
Ogni impero, di qualsivoglia tipologia si é sempre distinto infatti per i suoi roghi di libri (basta ricordare il famoso incendio della biblioteca di Alessandria) o per la sua cosiddetta “caccia all’eretico” laddove per eretico etimologicamente si intende “colui che sceglie”, e dunque nulla di diabolico o di demoniaco.
Tuttavia il simbolo, etimologicamente da syn ballein “mettere insieme”, si impone da sempre sul diavolo, che deriva da dia ballein e cioé “dividere”.
E sebbene il potere abbia fatto di tutto per dividere cancellando ogni residuo di Conoscenza, essa ritorna prepotente attraverso l’opera degli artisti, da Michelangelo a Leonardo da Duhrer a Dalì e fino ai nostri giorni perfino nelle opere rap e pop di dubbia piacevolezza.
L’esoterico non ha nulla di estremamente serio come si potrebbe credere, e non é poi detto che ciò che sia serio sia necessariamente autentico.
Basta pensare al clima descritto da Umberto Eco ne “Il nome della rosa” per comprendere quanto fosse considerato pericoloso e sovversivo il secondo libro della “Poetica” di Aristotele, che parlava unicamente della commedia e dell’arte del riso.
“Una risata vi seppellirà” recitavano i muri di Parigi durante la contestazione del ‘68 con riferimento alla frase dell’anarchico Bakunin.
Ridere fa bene ed é quanto di più esoterico ci sia, quanto di più interiore, quanto di più serio e liberatorio possa esistere per la psiche umana.
Ridere fa male al potere e questo il potere lo sa.
Dunque ridete, non prendetevi troppo sul serio, nella risata é nascosta la chiave assoluta della vera Conoscenza, quella che vi rende liberi di essere ciò che siete.
La risata non dissacra, la risata sacralizza, ma ovviamente va riportata verso i nemici di Dio.
Dio stesso, grazie al cielo, é il più grande burlone che possa mai capitarvi, se vi succederà di incontrarlo.
