di Andrea Sartori
La nostra epoca moderna è ben rappresentata da uno dei capolavori del Caravaggio: “l’incredulità di San Tommaso”.
Il Caravaggio raffigura in maniera splendida l’episodio. Il Cristo prende la mano dell’apostolo e la ficca in profondità nella ferita al costato.
Tommaso è chino e osserva con fare ultraindagatore. Lo sguardo è inquisitorio, pare che pure dinanzi al Risorto voglia comunque essere sicuro al mille per mille.
Nel suo bel libro “Il tao della fisica” il fisico austriaco Fritjof Capra scrive che noi abbiamo avuto bisogno di equazioni e microscopi per capire quello che i grandi mistici indiani avevano compreso con l’intuizione millenni orsono.
Lo possiamo portare in ambito cristiano. Ci troviamo dinanzi ad un evento enorme: il Cristianesimo.
Un evento basato su qualcosa di “impossibile”: un uomo tornato dalla morte.
Si preferisce pensare sia una favola. Ma un evento così gigantesco, che ha provocato una reazione a catena (senza Cristianesimo nemmeno l’Islam sarebbe sorto) come può essersi originato da una favola? Tenendo conto che si è verificato in un momento storico, il I secolo, sul quale abbiamo una documentazione vastissima e non è un’epoca “mitologica” come quella della guerra di Troia o di re Artù. E sulla guerra di Troia salta fuori che aveva ragione il “pazzo” Schliemann che crede a quella favola greca piena di dei. Se Omero si è mostrato storicamente attendibile, perché non i Vangeli?
Oppure molti preferiscono pensare che la Resurrezione non sia mai avvenuta o sia un inganno architettato da poveri pescatori spauriti che poi si fanno uccidere piuttosto che negare una “truffa” ideata da loro. Come se Wanna Marchi si facesse ammazzare piuttosto che negare gli scioglipancia o gli amuleti.
E infine la Sindone. La Sindone è proprio per quelli “San Tommaso”. Ci sono fisici e fotografi che parlano di immagine impossibile persino per le modelle tecnologie o addirittura di una singolarità paragonabile al Big Bang (al Big Bang!)
Niente.
San Tommaso non cede. Non vuole pensare che esistano cose che vanno al di là della nostra comprensione.
E questa è “solo” la più grande. Ce ne sono a pacchi di cose che non riusciremo mai a spiegare.
Ma questa ci dice che la morte non ha l’ultima parola. E questo dovrebbe cambiare le carte in tavola è riempire di gioia. So che molti, a causa di gravissimi lutti (che rispetto) trovano disturbanti questi discorsi. Ma questi discorsi mirano a dire una cosa: la persona amata che è morta NON è morta. Senza questo si dovrebbe essere disperati.
Tralasciamo la Chiesa e tutti i suoi “peccati”. Non interessa.
Interessa l’evento inspiegabile
San Tommaso è il razionalismo, che è cosa diversa dalla Ragione. La Ragione accetta che esista qualcosa che la supera.
