di Andrea Sartori
“A me l’unica cosa che non torna dell’insegnamento di Gesù è quel porgi l’altra guancia”
Questo mi dice mia moglie, confrontandolo col Buddha.
In realtà anche qui dicono la stessa cosa, ma attraverso due codici linguistici e culturali diversi.
Nel Dhammapada Buddha dice: “L’odio non può sconfiggere l’odio, solo esser pronti al non odio (ahimsa: la parola poi usata da Gandhi per la “non violenza”) lo può. Questa è la legge eterna”
Gesù è ebreo, e usa i codici ebraici, quindi una lingua semitica, che è l’aramaico. Buddha è indiano, e parla sanscrito (o meglio, nel suo caso, il pali), una lingua indoeuropea.
Le lingue indoeuropee tendono maggiormente all’astrazione (si pensi al linguaggio filosofico greco), mentre le lingue semitiche vanno più sull’immagine, anche forte e colorita. Si leggano Bibbia e Corano.
Quindi il messaggio è più o meno il medesimo: spezzare la catena dell’odio.
“Ma è un insegnamento valido? E l’autodifesa?”
L’ esempio mia moglie ce l’ha sotto gli occhi: la Guerra in Ucraina. Gli ucraini bombardano il Donbass, Putin risponde radendo al suolo mezza Ucraina. In tal modo si perpetua la catena dell’odio portando anche le generazioni future ad ammazzarsi tra di loro. E anche la situazione attuale deriva da tentativi imperialistici e genocidi (basti pensare all’Holodomor) russi e sovietici cui gli ucraini risposero spesso ammazzando innocenti (Il nazismo di Stepan Bandera)
Vogliamo portare avanti gli ammazzamenti e le vendette sino al Giorno del Giudizio? E come questo la situazione israelo-palestinese o i neri che in Sudafrica passano a filo di machete i bianchi per vendicarsi dell’apartheid. Se uno non interrompe la catena dell’odio si avranno ancora i pronipoti che si scanneranno tra loro a meno che uno dei popoli non venga distrutto mediante genocidio.
Sì, l’insegnamento è valido.
