IL POTERE ANTARTICO NEL PRIMORDIALISMO VISIONARIO COME FRONTE DI RESISTENZA PLANETARIA
di Vincenzo Di Maio
Per costituire il Potere Antartico in termini maggiormente significativi, innescando dinamiche propositive, abbiamo bisogno di operare su tre livelli paralleli e convergenti nel lungo periodo, ossia il livello interstatale multilaterale dei governi in politica, il livello transnazionale imprenditoriale delle aziende in economia e il livello costruttivista planetario della società civile nella cultura al fine di affrontare insieme la Guerra Totale che si mostra all’orizzonte come tendenza principale.
Questo intreccio antropologico vuole essere la prolegomena di una rivoluzione interculturale planetaria, che lotta per la costituzione di un mondo nuovo definito dalla volontà di ritornare all’antico ordine planetario fondato su un sacro impero tradizionale in cui le nazioni sono culle di cultura identitaria, dove le civiltà sono cardini continentali di un antico progresso, per cui i continenti sono piani direzionali di un ordine imperiale proiettato verso l’universalismo dell’infinito cosmico al cui centro vive Iddio Altissimo.
Pertanto l’identità di noi cavalieri, quali ghibellini bianchi di questo nuovo medioevo, si fonda su una unità molteplice che si articola sul pianeta non solo per combattere fianco al fianco ma anche e soprattutto per prepararci alla parusia del Salvatore Promesso dall’escatologia profetica delle cinque sacre religioni tradizionali e rivelate autentiche, che nella diversità ci uniamo in nome di Dio Altissimo quale Sommo Creatore, che invierà i suoi angeli celesti e i suoi santi immortali che, come Gesù, torneranno per lo scontro finale dell’Armageddon.
