Il cigno. In memoria di Darya Dugina

di Valentina Ferranti

Nel nostro mondo in rovina vi sono giorni più oscuri di altri. Pesano più di altri poiché ci ricordano della notte buia in cui viviamo. Una libera pensatrice è stata assassinata.

Non stupisce l’assoluto silenzio da parte di quelle pseudo intellettuali asservite al pensiero unico dominante. Indigna però, poiché non tutti gli eventi hanno pari peso per ciò che è stato costruito ad arte, ovvero il sentire comune.

Giorgio Gaber cantava circa una figura sempre esistita ma oggi razza dominante: il Conformista. L’italiano, l’europeo atlantista, è ora questo e lo è l’opinionista social-televisivo così come, in un gioco di specchi, lo è divenuto il fruitore passivo dei contenuti divulgati. L’uomo medio ascolta, leggicchia, e passivo non si costruisce una propria opinione ma accetta quella di altri che da un altoparlante simile a quelli delle scene dei film o dei romanzi distopici, proclama certezze che giovano ai loro padroni.

Ebbene, nella canzone, il cantautore descrive la pochezza intellettuale dichiarando questo uomo conformista come un individuo che … di solito è sempre dalla parte giusta. Il Conformista ha tutte le risposte belle chiare dentro la sua testa. È un po’ centrato d’opinioni… e quando ha voglia di pensare pensa per sentito dire.

L’idea che la massa-blogster abbia sonnecchiato assuefatta ascoltando questa notizia, o peggio giudicato puntando il dito verso i presunti cattivi che per primi hanno mosso guerra, non è solo imbarazzante ma spiazzante, oltre ad essere dolorosa poiché si ha la netta sensazione che esseri umani, simili per struttura fisica, siano diventati privi di qualsivoglia forma di ragionamento autonomo. Indigna ancor più la mancanza di com-passione. Una giovane donna, una libera pensatrice vilmente uccisa. Un martirio. Possono uccidere le idee? I molti conformisti penseranno che tante sono le vittime delle guerre ma qui non si tratta solo di questo, ma di un atto che sancisce una rottura irreparabile tra una parte di mondo e un’altra che non condanna come feroce l’uccisione di una filosofa.      

La storia siamo noi. La costruiamo giorno dopo giorno, eppure essendo immersi negli eventi, ce ne scordiamo poiché ne siamo dentro. Tuttavia la storia la fanno gli uomini – microstoria e grande storia – e ad oggi le pagine che si stanno componendo hanno l’autorità di un punto di snodo epocale.

Restano le ceneri del mondo occidentale, quelle sì prive di rizoma, prive di qualsiasi rinascita e senza luce alcuna. Le libere pensatrici meritano invece memoria perenne e sono luce, poiché in ogni loro gesto c’è qualcosa di eterno e dalla carne diventano stelle eterne. Il coraggio le contraddistingue e mai la paura. Scrisse Platone ne Il canto del cigno (Fedone), rivolgendosi al tebano Simmia per bocca di Socrate: «Purtroppo, Simmia, mi sarà difficile persuadere gli altri del fatto che io non reputo una sventura la mia sorte presente, dal momento che non riesco a convincere nemmeno voi che ve ne state lì tutti preoccupati, credendo che io sia d’un umore più tetro che per il passato. Si vede che in fatto di virtù profetiche voi mi giudicate assai meno dei cigni che, pur avendo sempre cantato, quando sentono vicina la morte, levano più alto e più bello il loro canto, lieti perché sanno di recarsi presso il dio di cui sono i ministri. Gli uomini, invece, con tutta la loro paura della morte, interpretano erroneamente questo canto e dicono che essi si lamentano così perché stanno per morire e, quindi, cantano per il dolore, senza sapere che nessun uccello canta se ha fame o ha freddo o sta male, nemmeno l’usignolo, la rondine o l’upupa, anche se si dice che il loro canto sia un pianto di dolore; nessun uccello, credo, canta per il dolore e tanto meno i cigni che son sacri ad Apollo e che, perciò, dotati come sono di senso profetico, prevedono le delizie dell’Ade e cantano felici, in quell’occasione, più di quanto non abbiano mai fatto in tutta la loro vita». 

Fonte: Idee&Azione

24 agosto 2022

Il cigno. In memoria di Darya Dugina
Il cigno. In memoria di Darya Dugina

Pubblicato da vincenzodimaio

Estremorientalista ermeneutico. Epistemologo Confuciano. Dottore in Scienze Diplomatiche e Internazionali. Consulente allo sviluppo locale. Sociologo onirico. Geometra dei sogni. Grafico assiale. Pittore musicale. Aspirante giornalista. Acrobata squilibrato. Sentierista del vuoto. Ascoltantista silenziatore.

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