di Roberto Siconolfi
Siamo abituati a pensare alle Istituzioni e alle forme politiche come dei fattori permanenti.
In realtà esse sono transitorie, e le transizioni principali avvengono proprio in passaggi epocali come quello che stiamo vivendo.
La nostra epoca, la postmodernità, costituisce la fase crepuscolare dell’epoca moderna.
È la chiusura di un ciclo storico, con tutti i suoi modelli e le sue concezioni di riferimento (le ideologie, i partiti, le filosofie e le scienze positiviste e materialiste, ecc.).
Se la vecchia concezione della politica prevedeva i partiti, le masse, le ideologie, la lotta per il potere politico, la liberal-democrazia, i parlamenti, ecc., quella nuova fa sostanzialmente il percorso inverso.
E quindi si va dall’uomo, alle comunità, alle reti di comunità (il nuovo Stato).
Dunque oggi non è più questione di formulare nuovi programmi e partiti politici e di lottare per il potere, bensì di una evoluzione, una evoluzione di civiltà.
Evoluzione che non può che passare da un rinnovamento umano, sul quale poi rifondare le comunità.
Una lezione di alcuni mesi fa per gli Studenti contro il Green Pass – Napoli, ma che cade a fagiolo in questo periodo di ulteriore distacco dei cittadini dalla politica (vedi elezioni ed astensionismo).
Uno dei primi passi nella costruzione di un laboratorio di idee, aperto a tutti, pure ai genuini militanti e dirigenti dei partiti anti-sistema, e che proseguirà con altre tappe.
Rifondare la politica, rifondare l’uomo.
