di Andrea Muratori
26 dicembre 1194: nasce a Jesi Federico II di Svevia, lo “Stupor Mundi”. Re di Sicilia, duca di Svevia, Re dei Romani, Imperatore germanico dal 1211 alla morte (1250), fu autore del tentativo di fondere l’impero europeo germanico con la profondità mediterranea dell’Italia.
Federico parlava sei lingue e la sua corte in Sicilia fu luogo di incontro fra le culture greca, latina, germanica, araba ed ebraica. Uomo straordinariamente colto ed energico, stabilì in Sicilia e nell’Italia meridionale una struttura politica molto somigliante a un moderno regno, governato centralmente e con un’amministrazione efficiente. Fu controverso nei rapporti col Papato e da crociato preferì la diplomazia alle armi per dialogare col Sultano al-Kamil e riportare in mano Cristiana Gerusalemme.
Definito “Anticristo” da Papa Gregorio IX, scomunicato dal pontefice e osteggiato dai guelfi in Italia per il lungo temporeggiamento nel prendere la Croce, tra il 1225 e il 1227 Federico II aveva in realtà tessuto un fine lavoro di diplomazia, promuovendo una corrispondenza epistolare con al-Kamil, uomo che conscio della pressione esercitata sui suoi domini dai nemici di Oriente, dai Turchi ai Mongoli, intendeva raffreddare le tensioni con i sovrani europei, consolidare i ricchi traffici con le Repubbliche Marinare italiane, ridare ordine al Mediterraneo orientale.
L’ingresso di Federico a Gerusalemme dopo l’incontro con al-Kamil avvenuto l’11 febbraio 1229 e i pochi mesi lì trascorsi prima di tornare a sbrigare le grane italiane contro principi e vassalli in fermento e contro la scomunica papale furono costellati dalla grande utopia dello Stupor Mundi. Ovvero l’idea di unire in dialogo i “Popoli del Libro” sotto l’egida dell’impero universale e di portare sul Mediterraneo, cuore del mondo medievale, il baricentro dei domini della casa di Svevia. Plasmando inoltre l’incontro di civiltà come contrappasso al mito del confronto irriducibile con i musulmani. Un sogno che sarebbe durato poco ma che ancora oggi plasma la rotta reale per la convivenza nel Grande Mare
