L’INTEGRAZIONE DI PASSATO E PRESENTE

di Luca Rudra Vincenzini

In molti non vedono come sia possibile rileggere una disciplina del passato alla luce di una scienza del presente. Io, invece, credo non solo che sia possibile ma che sia anche necessario. La segretezza da sempre fà comodo a chi trae lucro da un segreto (così è se vi pare), il cameratismo, ossia il sentirsi parte di un gruppo, è un narcotico molto potente, essere liberi è altra storia…

Se osserviamo trasversalmente i vari darśana (scuole filosofiche indiane) possiamo rintracciare tre funzioni principali della mente umana:

1) una sfera coscienziale di autopresenza (citi, vijñāna, sākṣin);

2) una sfera cognitiva, ossia relata alla conoscenza (buddhi, prakāśa, jñāna);

3) una sfera mnestica, ossia legata al ricordo, anche al ricordo dell’io (smṛti, citta, kliṣṭamana).

Ergo riassumendo: testimoniare, capire e ricordare.

Per comodità, il cervello prima di comprendere e/o rimanere imparziale rispetto agli eventi, tende sempre ad applicare tramite, la memoria, il già conosciuto sul conoscibile. Ogni volta che queste due tessere non corrispondono, però, ossia il passato conosciuto ed il presente da conoscere, si crea una resistenza (kleśa), cosa che in ultima analisi è sofferenza (duḥkha).

Quindi andando a vedere bene quando, per risparmiare energia, il cervello applica uno schema passato, in realtà getta sulla percezione della realtà presente (sṛṣṭidṛṣṭivāda) un’attidudine sofferente, dovuta al mancato combaciare tra i due.

In tale ottica, le prove iniziatiche del tantrismo, la propensione ad accettare tutte le variabili, a vedere lo stesso principio vitale dietro ogni evento, celano una saggezza non solo di tipo mistico-esistenziale ma, oggi sappiamo, anche di tipo neuroscientifico, cosa testimoniata dalla scienza della neuroplasticità.

Adattarsi a ciò che accade e vedere nuovi orizzonti nell’esperienza comune rende la mente libera e stimola, cosa non da poco, una massiccia produzione di endorfine, gli ormoni della felicità (“ānanda”). Ergo la prossima volta che ti adegui ad una cosa che non ti piace, magari continuerà a non piacerti, però sappi che se riuscirai nell’intento, non da poco, di passarci attraverso senza troppe lacerazioni, avrai attualizzato un insegnamento antico celato in una scoperta moderna che si chiama neuroplasticità.

Concluderei allora in pompa magna con una massima: “meglio neuroplastici che neurospastici” (chiedo scusa agli affetti da spasticità se li accomuno a gente con il cervello chiuso).

L'INTEGRAZIONE DI PASSATO E PRESENTE
L’INTEGRAZIONE DI PASSATO E PRESENTE

Pubblicato da vincenzodimaio

Estremorientalista ermeneutico. Epistemologo Confuciano. Dottore in Scienze Diplomatiche e Internazionali. Consulente allo sviluppo locale. Sociologo onirico. Geometra dei sogni. Grafico assiale. Pittore musicale. Aspirante giornalista. Acrobata squilibrato. Sentierista del vuoto. Ascoltantista silenziatore.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: