GUENON E TRADIZIONE

di Giuseppe Aiello

se si vuole essere pignoli e seguire in maniera stringente quanto afferma Guénon, essere “tradizionalista” non vuol dire leggere libri, essere estimatori o seguaci di…. avere simpatia per…. praticare riti da sè ecc…

essere un tradizionalista vuol dire innanzitutto seguire una tradizione ortodossa, dunque in pratica essere “cattolico”, “ortodosso”, “musulmano”, “buddhista”, “indù”, “massone” tradizionale (rarissimi).

Ora, essere cattolico vuol dire ubbidire al Papa, chiunque esso sia.

Essere musulmano vuol dire praticare i riti di base e fare riferimento a una scuola giuridica ortodossa (sunnita o sciita), e se si è iniziati, seguire il proprio Shaykh di tariqa o il proprio Maestro.

e così via….

voglio dire, esistono purtroppo troppi tradizionalisti fa-da-te, da tastiera, eruditi e/o studiosi della Tradizione, ecc. che credono di aver raggiunto il non plus ultra dell’esistenza per cui si esprimono su tutto, giudicano e guardano dall’alto in basso tutti ecc., mentre dal punto di vista tradizionale, “pratico”, stanno forse messi anche peggio della celeberrima “casalinga di Voghera”.

Che poi le autorità tradizionali exoteriche siano in crisi sono il primo a dirlo, ma nella Tradizione virtù e principi fondamentali sono la Fedeltà e l’Obbedienza, anche se attivamente critici, e non “se mi piace” obbedisco altrimenti no. Non funziona così. Altra cosa, infine, è l’ufficiale delegittimazione che può effettivamente colpire una Autorità tradizionale, ma non siamo noi a decretarlo perchè ciò non avviene dal basso, ma dall’Alto.

Sappiamo tutti che coloro che si rifanno in qualche modo alla Tradizione stanno vivendo un’epoca difficilissima, ma bisogna sempre restare nei ranghi, non creare scismi, sette, religioni e/o vie spirituali fai-da-te, perchè ci vuole pochissimo che la contro-tradizione si insinui sia a livello individuale che di gruppo.

Guénon e Tradizione

LA FINE DI UN MONDO

di Paolo Barbieri

Ultimamente alcuni fatti di carattere sia mondiale, sia locale, hanno riportato alla ribalta l’annosa questione della fine del Mondo. Si tratta di un problema estremamente complesso, quindi mi limiterò ad alcune considerazioni di carattere generale, che sembreranno ovvie a chi ha una certa dimestichezza con le dottrine tradizionali, ma sembreranno puramente fantasiose a chi non ha mai concepito nulla che oltrepassi il materialismo più bieco. La prima questione che viene in taglio, e che bisogna precisare innanzitutto, è che esiste una profonda differenza fra la fine del Mondo e la fine di un mondo, e che la prima concezione ha un carattere sicuramente più universale della seconda. Fra le due concezioni esistono sicuramente delle analogie, ma anche delle differenze, ma non è questa l’occasione giusta per trattarle. Detto questo, e considerata la nostra “posizione ciclica” (che andrò a determinare), è bene precisare subito che il nostro caso è certamente quello della fine di un mondo. Per chiarire la nostra “posizione ciclica” mi avvarrò dei termini della Tradizione indù, che sono chiarissimi, e che hanno una corrispondenza precisa con i loro equivalenti nelle tradizioni dell’Antichità occidentale. Secondo il Sanathana Dharma, che è la derivazione più diretta della grande Tradizione Primordiale, siamo nel settimo Manvantara di questo Kalpa, detto Era del Cinghiale Bianco. Prima di vedere cosa scriveva René Guénon in merito al Manvantara, bisogna precisare che un Kalpa è composto da 14 “Ere di Manu” (Manvantara), ovvero da due serie settenarie che hanno un rapporto ben preciso fra loro.

“Il Manvantara o Era di Manu, detto anche Mahā-Yuga, comprende quattro Yuga o periodi secondari: Krita-Yuga (o Satya-Yuga), Trētā-Yuga, Dwāpara-Yuga e Kalì-Yuga, che si identificano rispettivamente con l’Età dell’Oro, l’Età dell’Argento, l’Età del Bronzo e l’Età del Ferro dell’Antichità greco-latina”. (IL RE DEL MONDO Capitolo VIII – Nota 2).

Ed è proprio in quest’Età del Ferro che siamo collocati, Età eccezionalmente oscura, caratterizzata dal buio dell’ignoranza, da una materializzazione via via sempre più marcata, e dalla quasi totale perdita della Tradizione. Ora non bisogna lasciarsi ingannare e credere che quest’Età sia contraddistinta semplicemente da un materialismo sempre più brutale, ma bensì da due tendenze che sono all’apparenza opposte, ma in realtà complementari e procedenti dalla stessa matrice. Una di queste tendenze è solidificante, l’altra è dissolvente; e per quanto venga da considerarle successive, in realtà sono simultanee, con la prevalenza della tendenza più conforme al determinato momento ciclico. Il Kalì-Yuga ha un’origine che rimonta ad oltre 6000 anni fa, quindi le sue prime fasi non possono essere paragonate alla nostra Epoca, che è la fase più estrema e finale della quarta Età; e quindi, è bene avere sempre in vista che ogni Età riproduce in scala minore il Manvantara. A questo proposito, dirò per inciso, che l’Età Eroica è considerata da alcuni studiosi collocata nella prima fase del Kalì-Yuga, fase che sarebbe una sorta di riepilogo delle tre Età precedenti. L’interpretazione errata di un passo di Esiodo (LE OPERE E I GIORNI), ha dato l’illusione che l’Età del mondo fossero 5, mentre in realtà sono 4, per motivi simbolici su cui non è possibile insistere nel piano ristretto di questo studio. Comunque sia, vediamo il passo di Esiodo che riguarda l’Età del Ferro, Età che ci interessa qui maggiormente:

“Deh, fra la quinta stirpe non fossi mai nato,
ma prima io fossi morto,
oppure più tardi venuto alla luce!
poiché di ferro è questa progenie.
Nè tregua un sol giorno avrà mai
dal travaglio, dal pianto
dall’essere distrutta;
e giorno e notte pene crudeli
gli Dei ci daranno.
Pur tuttavia, coi Mali commisto
sarà qualche bene.
Poi questa progenie sarà
sterminata da Zeus,
quando nascendo i pargoli
avranno già grigie le tempie”.
(Esiodo- LE OPERE E I GIORNI)

Tornando alla questione della fase finale del Kalì-Yuga, è la tendenza dissolvente ad essere predominante, con la conseguente penetrazione delle influenze sottili più perniciose attraverso la grande muraglia cosmica, o meglio, attraverso le sue fenditure; influenze sottili provenienti dalla parte più bassa dello “psichismo cosmico”. Queste influenze sottili dal forte effetto disgregante hanno uno stretto rapporto con le orde di Gog e Magog. Detto di sfuggita, le condizioni cicliche attuali non permettono più quelle “riparazioni” della muraglia narrate nei miti delle Civiltà tradizionali.

Come si può facilmente dedurre da queste considerazioni, questa fase finale, o questo ultimo segmento del Kalì-Yuga, è propriamente l’Età del Ferro dell’Età del Ferro, ovvero non è semplicemente l’Età oscura, ma un autentico buco nero!

* Per chi vuole approfondire tutto quello che riguarda gli “ultimi tempi”, consiglio caldamente IL REGNO DELLA QUANTITÀ E I SEGNI DEI TEMPI di René Guénon.

** Per quello che riguarda in specifico la “contro-tradizione e la controiniziazione, permettetemi di consigliarvi SINE MACULA dell’amico Cristian Raimondi, che contiene delle considerazioni in merito rigorosamente esatte!

LA FINE DI UN MONDO

ROMPERE CON L’OCCIDENTE

di Alexandr Dugin

Cosa significa per la Russia rompere con l’Occidente? È la salvezza. L’Occidente moderno, dove trionfano i Rothschild, Soros, Schwab, Bill Gates e Zuckerberg, è la cosa più disgustosa della storia del mondo. Non è più l’Occidente della cultura mediterranea greco-romana, né il Medioevo cristiano, e nemmeno il ventesimo secolo violento e contraddittorio. È un cimitero di rifiuti tossici della civiltà, è anti-civilizzazione. E quanto prima e più completamente la Russia se ne stacca, tanto prima ritorna alle sue radici. A cosa? Cristiano, greco-romano, mediterraneo… – Europeo… Cioè, alle radici comuni al vero Occidente. Queste radici – le loro! – l’Occidente moderno li ha tagliati fuori. E sono rimasti in Russia.

Solo ora l’Eurasia sta alzando la testa. Solo ora il liberalismo in Russia sta perdendo il terreno sotto i piedi.

La Russia non è l’Europa occidentale. La Russia ha seguito i greci, Bisanzio e il cristianesimo orientale. E sta ancora seguendo questa strada. Sì, con zigzag e deviazioni. A volte in vicoli ciechi. Ma si sta muovendo.

La Russia è sorta per difendere i valori della Tradizione contro il mondo moderno. È proprio quella “rivolta contro il mondo moderno”. Non hai imparato?

E l’Europa deve rompere con l’Occidente, e anche gli Stati Uniti devono seguire coloro che rifiutano il globalismo. E allora tutti capiranno il significato della moderna guerra in Ucraina.

Molte persone in Ucraina lo capivano. Ma la terribile propaganda rabbiosa liberal-nazista non ha lasciato nulla di intentato nella mente degli ucraini. Torneranno in sé e combatteranno insieme a noi per il regno della luce, per la tradizione e una vera identità cristiana europea. Gli ucraini sono nostri fratelli. Lo erano, lo sono e lo saranno.

La rottura con l’Occidente non è una rottura con l’Europa. È una rottura con la morte, la degenerazione e il suicidio. È la chiave del recupero. E l’Europa stessa – i popoli europei – dovrebbero seguire il nostro esempio: rovesciare la giunta globalista antinazionale. E costruire una vera casa europea, un palazzo europeo, una cattedrale europea.

ROMPERE CON L’OCCIDENTE

LA PERCEZIONE DELLA REALTA’ MANIPOLATA DAI MEDIA

di Ottaviano De Cicco

La percezione della realtà è un processo endogeno ma esomorfo. Siamo continuamente bersagliati da input che vertono a manipolare totalmente quello che noi consideriamo vero e reale, ogni santo giorno.

Di conseguenza, uno dei difetti tipici di questa nostra esperienza, è la totale incapacità di assumere punti di vista immediati e realmente equanimi. Vedo ovunque bandire ucraine, inni alla resistenza, e l’identificazione univoca del cattivo di turno, la minaccia su cui riversare tutto il nostro odio e le nostre frustrazioni da popolo di falliti. Oggi, come negli anni della guerra fredda, torna la paura dei russi; certamente la situazione internazionale è delicata e gli atti intrapresi da Putin sono da condannare, senza ripensamenti o mitigazioni.

Tuttavia, facciamo una grande torto alla storia e alla realtà, se non consideriamo le radici, le cause che hanno portato agli eventi odierni. Ci lamentiamo dei modi russi, come strascichi di un passato nefasto che vuole tornare, ma opponiamo a questo male un male forse peggiore, la NATO. La #NATO nasce nel 1949, come opposizione verso un blocco sovietico, che preoccupava pesantemente gli alleati, alla fine della Seconda guerra mondiale. Nel corso della storia, l’URSS finisce di esistere, il mondo cambia, gli equilibri si spostano e ci sono nuovi attori, più a oriente, che entrano nello scacchiere mondiale. Ma la NATO, leggiamola pure come il dominio anglosassone sull’Europa, continua ad esistere, cambia sedi, organizzazione, ma resta nella storia. Resta per disturbare le normali funzioni degli organi riproduttivi degli europei, colpevoli di passiva accettazione, non sicuramente per garantire alcuna pace. Del resto, la lista delle guerre portate avanti dalla NATO negli ultimi decenni è pubblica, ed è un oltraggio alla civiltà.

Abbiamo provato a unire l’Europa, quindi la NATO non ha più senso di esistere, perché’ non esiste più l’URSS, ci sono certamente Cina, India, tanto per citare i due maggiori antagonisti al potere coloniale yankee-britannico, con propri interessi, forze e strategie. L’Europa deve dotarsi di una forza militare sua, propria, indipendente e non schiava di USA e UK, che è anche candidamente uscita dall’Europa stessa. Se non ci fosse stata la NATO ad occupare progressivamente spazi intorno alla Russia negli ultimi dieci anni, oggi non saremmo al punto critico in cui ci troviamo. La responsabilità è la nostra, è dell’Europa, e se patiremo i danni peggiori di questa crisi, ci sarà poco da lamentarsi.

Continuiamo pure a piegare la schiena a un rinnovato piano Marshall 2.0, a soddisfare gli interessi delle lobby anglofone, due anni di covid non sono bastati a capire, adesso serviranno forse anni di conflitto, dove non arricchiremo le multinazionali farmaceutiche, ma quelle del petrolio e delle armi. Fate pure, riempitevi di bandiere ucraine, ci scalderete i vostri figli infreddoliti, e gliele darete da mangiare quando il prezzo del pane arriverà a 10 euro al kg.

La NATO deve scomparire, retaggio di un mondo che non c’è più, e l’USA accettare un ruolo ridimensionato, l’alternativa a questa consapevolezza sarà un conflitto, di cui non so il vincitore, ma conosco bene il perdente, noi europei. Facile fare il profeta in questi frangenti, la Russia prenderà quello che ritiene corretto per ridimensionare il pericolo NATO ai confini, la Cina guarderà verso Taiwan con lo sguardo dello squalo, e forse agirà, mentre l’USA farà una figura ridicola, quello che si merita, a livello internazionale. E noi povera Europa, pagheremo anni di crisi economica e sociale.

Se la legge non ammette ignoranza, la storia non ammette incoscienza.

LA PERCEZIONE DELLA REALTA’ MANIPOLATA DAI MEDIA

DALLA CRISI UCRAINA UNA LEZIONE PER I MUSULMANI

A cura di Islamshia.org ©

Cari musulmani, persone di colore e di origine immigrata, cosa abbiamo imparato dalla crisi ucraina rispetto al nostro status e valore nel Regno Unito, in Europa e in Occidente?

– Il vostro sangue, la vostra vita e la vostra dignità valgono meno degli “europei civilizzati” (CBS News) con “capelli biondi e occhi azzurri” (BBC News).

– La resistenza dei vostri popoli all’occupazione e all’oppressione straniera (NATO/India/Israele) è considerata “terrorismo”, mentre la resistenza degli ucraini di fronte ai russi viene esaltata. La BBC ci racconta delle “coraggiose” donne ucraine che fabbricano bombe molotov e del “valoroso” soldato ucraino che si è fatto esplodere: triste non aver assistito a questa eroizzazione del Kashmir, dei palestinesi e degli iracheni quando le loro donne e i loro bambini continuano a resistere coraggiosamente.

– La vostra sicurezza, protezione e salvezza, quando fuggite dalla guerra e dalla carestia, significa esser trattati peggio degli animali, mentre gli ucraini sono “accolti a braccia aperte” negli stessi Paesi in cui contro i profughi siriani e iracheni hanno utilizzato idranti, picchiandoli e sparando con i cecchini. Agli studenti, ai lavoratori e alle loro famiglie neri dell’Africa occidentale, così come ad altri musulmani stranieri, viene ora negato di poter lasciare l’Ucraina e sono stati respinti al confine con la Polonia: la polizia ucraina li ha letteralmente minacciati con le armi dicendo loro che la priorità spetta agli ucraini (molti di questi africani occidentali sono cristiani). Polonia, Bielorussia e Ungheria hanno chiarito in passato che sono d’accordo ad accogliere solo rifugiati/migranti siriani cristiani. Ironia della sorte, alla radio LBC si è molto parlato di “inviare i mujahidin” in Ucraina per combattere contro la Russia. Ah sì, l’Occidente ama i vecchi “mujahidin” quando si allineano alla sua politica estera e ai suoi interessi geopolitici egemonici, ma colpisce loro, le loro famiglie e la loro gente con droni e attacchi aerei quando non si adattano o non collimano ai suoi interessi.

– Non potete sensibilizzare la consapevolezza sulla difficile situazione dei palestinesi (Celtic FC/Moeen Ali) nello sport senza essere penalizzati o perdere le sponsorizzazioni, perché dobbiamo “tenere la politica fuori dallo sport”… a meno che ovviamente non si tratti di un Paese europeo bianco; in tal caso, le squadre si attivano nel boicottaggio (Polonia/Svezia/Repubblica Ceca che si rifiutano di giocare in Russia, la finale della Champion League viene trasferita a Parigi, Roman Abramovich bandito dalla Gran Bretagna, la Fifa esclude la Russia dai mondiali di calcio) e mostrano solidarietà all’Ucraina sventolando la sua bandiera o indossandola prima del calcio d’inizio (Manchester City-Everton).

– Siete criminalizzati quando volete recarvi a difendere gli oppressi (Palestina/Iraq/Afghanistna), che sia per combattere o per fornire aiuti: potreste persino perdere la cittadinanza. Ma oggi il ministro degli Esteri del Regno Unito, Liz Truss, ha affermato di “sostenere in modo assoluto i singoli britannici che si recano a combattere in Ucraina“.

– Quando le vostre terre (Afghanistan/Iraq/Siria/Palestina/Mali/Somalia/Yemen) vengono aggredite e invase dall’Occidente o dai suoi sudditi regionali, è per “esportare la democrazia” (regime change), “combattere il terrorismo” (rubare le risorse naturali) o per “portare la pace” (guerra): non è mai un’“invasione” o un’“occupazione”.

– La generale effusione di simpatia, indignazione e solidarietà mostrata dall’intero mondo occidentale nei confronti degli ucraini nel conflitto con la Russia deve farvi chiedere: quale è il nostro reale valore e status di minoranze religiose/etniche in un continente che afferma costantemente di difendere “uguaglianza”, “diritti umani” “libertà” in patria e all’estero?

Lasciate che questo sia un promemoria per quei patrioti musulmani particolarmente zelanti e sempre pronti nel voler discutere perché dovremmo letteralmente adorare i Paesi in cui risiediamo e verso i quali saremmo totalmente indebitati…lasciate che il resto di noi osservi la realtà, l’ipocrisia e i doppi standard nei confronti dei nostri popoli, delle nostre situazioni e delle nostre proteste, mentre sventolate la bandiera e cantate l’inno nazionale.

* da Dilly Hussain, giornalista di 5Pillars.com, con lievi modifiche.

DALLA CRISI UCRAINA UNA LEZIONE PER I MUSULMANI

La prima vittima della guerra è la Verità.

di Rainaldo Graziani

Ogni guerra e con essa TUTTE le sue vittime, Popoli ed Idee, meritano rispetto, silenzio e riflessione.

Prima di stabilire “COSA PENSARE” vi chiedo di porvi la domanda più importante, ovvero “COME PENSARE”.

Questa guerra NON è concepita contro l’Ucraina.

Esiste una visione MULTIPOLARE ed una visione unipolare o globalista ed è di tutta evidenza che queste due contrapposte visioni del mondo sono le protagoniste di questo PRIMO teatro di guerra. Altri teatri di scontro, prevedibilmente, verranno a formarsi nell’imminente futuro. Per essere consapevoli di ciò che si vuole affermare è innanzitutto determinante schierarsi a favore di una di queste due visioni. La visione unipolare è fondata sul globalismo, l’atlantismo, la tecnocrazia, il liberalismo, il Great Reset.

La visione Multipolare è l’idea di un’umanità costituita da diversi poli decisionali sovrani, necessariamente concepiti all’interno di grandi spazi, corrispondenti alle molte civiltà che la caratterizzano, ciascuno dotato di un peculiare sistema valoriale conforme alle proprie radici storiche e culturali.

COME PENSARE è a volte prioritario a cosa pensare.

La prima vittima della guerra è la Verità.

PERCHE’ L’UCRAINA E’ IMPORTANTE

di Viktoriya Prokopovych

L’ UCRAINA NON È SOLO CIÒ CHE I TELEGIORNALI FANNO VEDERE. SONO PIÙ INTERESSATI L’EUROPA E GLI USA. UN CONSIGLIO AGLI ITALIANI: SPEGNETE LA TV E FATEVI UN PO’ DI CULTURA.

KIEV EX CAPITALE DELLA RUSSIA

“Per coloro che chiedono: “Perché l’Ucraina è importante?“

Come si classifica la nazione dell’Ucraina:

1° in Europa per comprovate riserve recuperabili di minerali di uranio;

2° posto in Europa e 10° posto nel mondo in termini di riserve di minerale di titanio;

2° posto al mondo in termini di riserve esplorate di minerali di manganese (2,3 miliardi di tonnellate, ovvero il 12% delle riserve mondiali);

2a più grande riserva di minerale di ferro al mondo (30 miliardi di tonnellate);

2° posto in Europa per riserve di minerale di mercurio;

3° posto in Europa (13° posto nel mondo) per riserve di shale gas (22 trilioni di metri cubi)

4° al mondo per valore totale delle risorse naturali;

7° posto al mondo per riserve di carbone (33,9 miliardi di tonnellate)

L’Ucraina è un paese agricolo:

1° in Europa per superficie a seminativo;

3° posto al mondo per superficie di suolo nero (25% del volume mondiale);

1° posto al mondo nelle esportazioni di girasole e olio di girasole;

2° posto al mondo nella produzione di orzo e 4° posto nelle esportazioni di orzo;

3° produttore e 4° esportatore di mais al mondo;

4° produttore mondiale di patate;

5° produttore di segale al mondo;

5° posto al mondo per produzione di api (75.000 tonnellate);

8° posto nel mondo nelle esportazioni di grano;

9° posto al mondo nella produzione di uova di gallina;

16° posto nel mondo nelle esportazioni di formaggi.

L’Ucraina può soddisfare il fabbisogno alimentare di 600 milioni di persone.

L’Ucraina è un paese industrializzato:

1° in Europa nella produzione di ammoniaca;

2-е Il 4° sistema di gasdotti naturale più grande d’Europa al mondo (142,5 miliardi di metri cubi di capacità di flusso di gas nell’UE);

3° in Europa e 8° al mondo per capacità installata di centrali nucleari;

3° posto in Europa e 11° nel mondo per lunghezza della rete ferroviaria (21.700 km);

3° posto al mondo (dopo Stati Uniti e Francia) nella produzione di localizzatori e apparecchiature di localizzazione;

3° esportatore di ferro al mondo

4° esportatore mondiale di turbine per centrali nucleari;

4° produttore mondiale di lanciarazzi;

4° posto al mondo nelle esportazioni di argilla

4° posto al mondo nelle esportazioni di titanio

8° posto nel mondo nelle esportazioni di minerali e concentrati;

9° posto nel mondo nelle esportazioni di prodotti dell’industria della difesa;

10° produttore di acciaio al mondo (32,4 milioni di tonnellate).

PERCHE’ L’UCRAINA E’ IMPORTANTE

Putin detta le condizioni a Macron: ecco cosa vuole dall’Ucraina

di Federico Giuliani
28 Febbraio 2022 – 16:59

Il preisdente russoa ha avuto un lungo colloquio con il suo omologo francese. Il capo del Cremlino si è impegnato nel preservare l’incolumità dei civili ma ha spiegato che un accordo con l’Ucraina sarà possibile solo dopo la sua “smilitarizzazione e de-nazificazione”

Nelle ultime ore ha parlato più volte con Volodymyr Zelensky poi, su richiesta di quest’ultimo, ha avuto un colloquio con Vladimir Putin. Il presidente francese Emmanuel Macron ha provato per la terza volta a giocare un ruolo chiave per il futuro dell’Europa facendo da paciere nella crisi ucraina.

Colloquio Macron-Putin

Un comunicato dell’Eliseo ha reso noto che, in seguito alla telefonata intercorsa tra Putin e Macron – durata un’ora e mezzo – il capo del Cremlino si è impegnato a far cessare qualsiasi attacco delle truppe russe contro i civili e contro le zone residenziali dell’Ucraina. In particolare, il presidente francese ha chiesto al suo omologo russo di “sospendere tutti gli attacchi contro i civili, di preservare le infrastrutture civili e le vie di accesso all’Ucraina”. La risposta di quest’ultimo sarebbe stata positiva a tutti e tre i punti citati. I due presidenti hanno poi convenuto di rimanere in contatto nei prossimi giorni.

Non solo: Macron ha anche chiesto al suo interlocutore anche di rispettare il “diritto internazionale umanitario” e la “protezione delle popolazioni civili”, con “il trasporto degli aiuti secondo quanto contenuto nella risoluzione che la Francia presenta in Consiglio di sicurezza Onu”. Il presidente francese ha infine proposto a Putin di restare in contatto “per prevenire l’aggravarsi della situazione” e “Putin si è detto d’accordo”. Si tratta del terzo colloquio intercorso tra i due leader avvenuto nell’ultimo mese. Nel primo, avvenuto all’inizio di febbraio, Macron era volato a Mosca per tentare una complessa de-escalation per ottenere “una risposta che permetta di evitare la guerra, di costruire gli elementi di fiducia e stabilità” tra le parti. Nel secondo, avvenuto lo scorso 24 febbraio, il presidente francese aveva invece chiesto spiegazioni sulle ragioni delle azioni russe in Ucraina.

Le condizioni di Putin

Scendendo nel dettaglio, Macron ha messo Putin davanti alla richiesta della comunità internazionale di “cessare l’offensiva russa contro l’Ucraina”, ribadendo la necessità di “un cessate il fuoco immediato”. Il leader francese ha inoltre chiesto la fine dei bombardamenti contro civili e abitazioni, che siano preservate tutte le infrastrutture civili e siano garantite le principali strade, in particolare quella del sud di Kiev. Come detto, Putin, sempre secondo le fonti della presidenza francese, avrebbe “confermato la volontà di impegnarsi su questi tre punti”.

La Tass ha fornito la risposta del presidente russo, secondo il quale un accordo con l’Ucraina sarà possibile solo dopo la “smilitarizzazione e de-nazificazione” di Kiev, “quando avrà assunto uno status neutrale”. Il conflitto tra Russia e Ucraina, secondo il comunicato del Cremlino, potrà essere risolto solo se si terrà conto “in modo incondizionato” dei “legittimi interessi della Russia nella sfera della sicurezza”. Tali richieste, elencano i media russi, sono “il riconoscimento della sovranità russa sulla Crimea, la demilitarizzazione e la denazificazione dello Stato ucraino e la garanzia dello status neutrale dell’Ucraina”.

Nel frattempo, nel corso di un vertice con i membri del governo e dell’ufficio presidenziale per discutere le questioni economiche relative alle sanzioni imposte alla Russia, Putin è tornato a puntare il dito contro l’Occidente, definendolo “un impero delle bugie”. Secondo quanto riportato da Interfax, per Putin si tratta di “sanzioni che la cosiddetta comunità occidentale, questo impero di bugie come l’ho chiamato nella mia presentazione, sta attualmente cercando di mettere in pratica riguardo al nostro Paese”. In ogni caso, vedremo se il capo del Cremlino manterrà l’impegno preso con Macron.

Liberamente tratto da ilgiornale.it

Putin detta le condizioni a Macron: ecco cosa vuole dall’Ucraina

RUSSIA-NATO: LA GUERRA DEI MONDI – Il conflitto del Donbass nella geopolitica del Great Reset

video a cura di Idee&Azione

Gli sviluppi della guerra in Donbass stanno portando ad una ridefinizione non solo degli equilibri geopolitici, ma anche di quelli finanziari, strategici ed energetici. Nel mentre che le potenze mondiali elaborano trattative e muovono truppe, tutto sembra convergere a favore del Great Reset… oppure no? Ne parliamo con il prof. Fabio Massimo Parenti della CFAU di Pechino, il giornalista Ouday Ramadan dalla Siria, lo storico e analista Lorenzo Centini e lo storico e saggista Paolo Borgognone.