Come afferma Zhuang zi “a una mente tranquilla l’universo intero si arrende”, e tutti noi siamo destinati sempre più a fare fronte con questa necessità a maggior ragione dal momento in cui essere placido è un modo di esistere in resilienza reattiva alle oppressioni vigenti innescate dalla falsa pandemia voluta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dagli interessi economici che essa rappresenta a causa dei suoi finanziatori pubblici che ne orientano decisioni attraverso la co-agenza di altre organizzazioni internazionali al servizio della globalizzazione tecno-economica voluta dalla élite occulta e demoniaca che persegue lo scopo di realizzare un Nuovo Ordine Mondiale atlantista, laicista e progressista a discapito del resto del mondo.
Dice Lucio Anneo Seneca che il “primo segno di un animo equilibrato è la capacità di starsene tranquilli in un posto e in compagnia di sé stessi.” e poiché “un luogo, di per sé, non contribuisce molto alla tranquillità: è l’animo che ha il potere di rendere tutte le cose gradite.”
“Impara ad essere calmo e sarai sempre felice” afferma Paramahansa Yogananda, perché la felicità è una parola coniugata da attimi susseguenti sorretti dallo status della gioia, un ruolo sociale fondato sul sorriso del cuore che illumina le strade permettendoci di irradiare luce armoniosa verso l’universo, incontrando momenti di estasi divina di un puro amor di sé che si riflette negli altri e che gli altri riflettono in noi.
Sosteneva e sostiene l’immortale e antico generale cinese Sun Tzu nella sua opera omnia che è l’Arte della Guerra: “Con ordine, affronta il disordine; con calma, l’irruenza. Questo significa avere il controllo del cuore.”
Due nemici interiori da combattere ogni giorno nella nostra realtà quotidiana: il disordine e l’irruenza nelle nostre cose come nella nostra mente, due demoni interiori che interessano proprio la nostra frequenza vibrazionale insita nelle nostre emozioni che fanno da eco ai nostri flussi interiori, in quanto vi sono fattori che ci interessano da vicino.
SEI COSE CHE INTERESSANO LA NOSTRA FREQUENZA VIBRAZIONALE
1 * I PENSIERI *
Ogni pensiero emette una frequenza verso l’Universo e quella frequenza ritorna all’origine, quindi nel caso in cui tu abbia pensieri negativi, di scoraggiamento, tristezza, rabbia, paura, tutto questo ti ritorna. Ecco perché è così importante che ti prenda cura della qualità dei tuoi pensieri e impari a coltivare pensieri più positivi, pensieri di bellezza di gioia, pensieri più leggeri.
2 * LE COMPAGNIE *
Le persone intorno a te influenzano direttamente la tua frequenza vibrazionale. Se ti circondi di persone allegre, positive, determinate, entrerai anche tu in quella vibrazione. Ora, se ti circondi di persone che si lamentano, rivendicano, imprecano e sono pessimiste, fai attenzione! Poiché potrebbero ridurre la tua frequenza se non sei ancora forte e di conseguenza bloccarti nelle energie più basse.
3 * LA MUSICA *.
La musica è molto potente. Se ascolti solo musica forte, pesante, che parla di morte, tradimento, tristezza, abbandono, tutto ciò interferirà con la tua vibrazione. Presta attenzione ai testi della musica che ascolti, ma soprattutto fermati un attimo ad ascoltare che effetto ha su di te, potrebbe ridurre la tua frequenza vibrazionale. E ricorda: attiri esattamente ciò che vibri nella tua vita.
4 * COSE CHE VEDI *.
Quando guardi programmi TV che affrontano disgrazie, morte, tradimenti, dolore ecc. Il tuo cervello lo accetta come una realtà e rilascia un’intera sostanza chimica nel tuo corpo, causando la frequenza vibrazionale. Guarda le cose che ti fanno bene e ti aiutano a vibrare a una frequenza più alta.
5 * L’AMBIENTE *.
A casa o al lavoro, se trascorri gran parte del tuo tempo in un ambiente disorganizzato e sporco, ciò influirà anche sulla tua frequenza vibrazionale. Migliora ciò che ti circonda, organizza e pulisci il tuo ambiente. Mostra all’Universo che sei idoneo a ricevere molto di più. Abbi cura di quello che hai già!
6 * LA PAROLA *.
Se di solito rivendichi o parli male di cose e persone, ciò influisce sulla tua frequenza vibrazionale. Per mantenere alta la tua frequenza è essenziale eliminare l’abitudine di lamentarsi e parlare male degli altri. Quindi evita i drammi e non vittimizzare te stesso.
Liberamente tratto e riveduto dal gruppo Facebook “Unificazione della Luce – Italia”
“Dio è negazione della negazione, distacco dall’alterità della sostanza ma anche dalla pura soggettività, ovvero sintesi del divino e dell’umano, nessuno dei quali ha senso preso astrattamente. Perciò il Dio vero non è e non parla come altro, neppure nelle Scritture, ma, in quanto spirito, movimento e vita, si genera nell’uomo, là dove l’uomo ha fatto il vuoto di tutto lo psicologico – ovvero è diventato uomo nobile, uomo giusto. Ma tale, come abbiamo visto, è proprio l’uomo umile, ossia quello che è totalmente rivolto a Dio come altro, nella negazione di tutto se stesso. In questo senso resta vera la Scrittura, che il timor di Dio è inizio della sapienza.”
“Chi vuole penetrare nel fondo di Dio, in ciò che ha di più intimo, deve prima penetrare nel fondo proprio, in ciò che ha di più intimo, giacché nessuno conosce Dio se prima non conosce se stesso.”
Avendo dedicato, e dedicando, per ragioni intrinsecamente demoniche, l’intera mia vita alla Romanità[1] ed al Platonismo[2], quali essenzialità, giuridico-religiosa l’una e filosofico-religiosa l’altro, dell’Europa; non potevo non essere attratto da un libro come quello di Alessandr Dugin Platonismo politico (Aga editrice 2020) e, per lo effetto, leggerlo con curiosità mista ad intima soddisfazione per il tema in sé. Premetto che quanto segue, non è una recensione al libro in questione, atteso che non amo redigere recensioni, si tratta invero di esplicitare alcune osservazioni che mi paiono necessarie in quanto le ritengo propedeutiche alla quaestio affrontata. Preliminarmente, se mi è consentito, intendo suggerire, all’amico Andrea Scarabelli, curatore dell’introduzione al volume, di evitare di commettere l’errore, in cui troppi sono caduti, nei secoli di studi e commenti sull’opera del Divino Ateniese, di attribuire alla Sapienza greca, ed in particolare a quella platonica, che è la sintesi di tutte le Conoscenze magiche e sacre delle varie Tradizioni dei Popoli del pianeta (concetto espresso dal platonico Pavel A. Florenskij[3]), sintesi di natura metafisico-religiosa e quindi operativamente iniziatica; di attribuire, pertanto, al pensiero tradizionale indoeuropeo punti di vista “dualisti” come si può evincere da quanto si dice testualmente (pag. 20 dell’introduzione): “…ma ciò non è importante: si tratta infatti di un’impasse di natura logica, non ontologica…”! Ora per gli Elleni il logico (il Pensiero) è l’ontologico (l’Essere): “…e infatti la medesima cosa è il pensare e l’essere…” (Parmenide, Poema sulla natura, fr. 3) e mai, nemmeno per i Sofisti, anche il più azzardato ed apparentemente assurdo confronto dialettico è stato considerato o pensato come un “gioco” lontano dalla realtà vivente e, quindi, come crediamo noi, dopo due millenni di condizionamento mentale da parte del dualismo cristiano, inerente “solo” il pensiero inteso in senso cerebrale, individualistico e psicologistico, pertanto del tutto staccato ed estraneo nei confronti del Mondo. Tutta la veneranda Filosofia greca, da Talete a Proclo, non ha mai visto e quindi conosciuto il Pensiero ontologicamente, cioè nella sua essenza, diverso, contrapposto o in conflitto con l’Essere, tanto che l’ateismo dommatico non è mai esistito e la negazione del Divino cioè dell’Essere viene considerata nella denkform greca, pura pazzia, demenza e stupidità (hýbris) poiché è negazione dell’Evidente, di Ciò che è massimamente visibile pur essendo Invisibile all’occhio volgare; pertanto, se la negazione dell’Essere è la massima forma di demenza, cioè di assenza della Mente, l’Essere e la Mente sono in relazione attiva e passiva vicendevolmente, in quanto l’uno condiziona, modifica l’altro ed agisce sull’altro e al contrario e questo è lo stesso processo conoscitivo (diànoia) che sempre si perfeziona con la Visione (nòesis) nell’Istante (exàiphnes) che è l’Eterno (Platone, Lettera VII, 341c4-d2). E sempre per la Sapienza greca (come anche per Spinoza, Hegel ed Evola: tutti e tre platonici!) è, in sostanza, il Conoscere se stessi! Tale è il significato profondo, esoterico del Gnòthi sautòn delfico: conoscere se stessi è conoscere pertanto il Divino che è in noi, e che siamo noi nell’essenza, Lui è il Pensiero, l’Intelligenza, il Nous, a Lui si deve essere simili e, quindi ciò equivale a conoscere il Mondo, l’Essere che è il Medesimo: il Pensiero, il Divino[4].
Infatti, sempre nel Dialogo Parmenide (132b), la “soluzione” concettualistica di Socrate che assimila le Idee a Noèmata cioè pensieri, è respinta categoricamente da Parmenide in quanto questi rivendica la concezione oggettivistica, tipicamente greca e quindi indoeuropea, dell’atto noetico il quale non sarebbe possibile senza l’ammissione di una entità esterna (l’Idea) alla quale si rivolge: le Idee, pertanto, sono Essenze oggettive e trascendenti le cose sensibili, esistenti a prescindere dall’uomo, non “create” dallo stesso ed aventi con l’Anima del medesimo una parentela di similitudine attraente di natura solare come è quella dell’occhio e della Luce, tale che lo stesso processo conoscitivo non è altro che un rapporto tra vasi comunicanti che comunicano tra loro lo Spirito medesimo, per l’appunto comune! Infatti noi vediamo e conosciamo solo Idee, Forme e Vita poiché siamo Idee, Forme e Vita: si è ciò che si conosce e si conosce ciò che si è; “il simile è conosciuto solo dal simile”, insegna, infatti, Empedocle (DK31b, fr. 109). Tutto ciò, cioè il fatto che le conclusioni aporetiche della seconda parte del Parmenide non siano, come anche Dugin pensa (“…la seconda tesi è falsa, si basa su un gioco speculativo dell’intelletto…”), (pag. 52), delle elucubrazioni esistenti “solo” nella mente e quindi “solo” logiche, ma siano invece delle forme reali, oggettive e, nella fattispecie della seconda tesi (se l’Uno non è), terribilmente oscure, essendo negazione dell’Essere (l’Uno) e degli Enti che sono i Molti e cioè del Cosmo e quindi forme concrete, oggettive di realizzazione del nichilismo; è talmente evidente che lo afferma esplicitamente proprio Platone al termine del Parmenide (166c), traendo le conclusioni del Dialogo, dove afferma che “se l’Uno non è, niente è”! (ecco il nichilismo di cui correttamente tratta il Dugin nel testo e tale ideologia della morte, come esplicita Platone già ventitre secoli addietro, non è un “gioco speculativo dell’intelletto”, ma bensì una reale desertificazione del Mondo e dell’Anima ed è la Modernità…); ma Platone aggiunge e chiude il Dialogo, precisando ancora una volta che tutta la immane ascesi iniziatica dello stesso, è relativa esclusivamente a realtà oggettive quali l’Uno e gli Enti ed ai loro “predicati” che sono o non sono, appaiono o non appaiono in relazione sempre all’Uno se è o non è! Il Parmenide, infatti, è il Dialogo che ha per tema l’Essere che è l’Uno e gli Enti, i Molti, che sono le Idee, quindi il Logico che è l’Eterno: tra il Parmenide ed il Timeo che ha per oggetto il Mito che è il racconto verosimile del divenire del Mondo, c’è lo stesso rapporto che vi è tra la Scienza della Logica e la Fenomenologia dello Spirito di Hegel[5], infatti la prima “…sono i pensieri di Dio…”, per dirla con le parole dello stesso Hegel, e la seconda è il cammino della coscienza cioè il processo iniziatico della stessa che la conduce all’Eterno che è il Logico! Tale discorso, che può apparire anche estraneo al tema in questione, lo ritengo invece enormemente pertinente e necessario e mi induce ad evidenziare, ancora una volta, che, per affrontare anche la dimensione “politica” del Platonismo, operando però una astrazione tipicamente moderna, in quanto Platone è Tutto, è l’Intero; ellenicamente non esistendo il dualismo, la sua dottrina è quindi Conoscenza del Divino ed effettuale Arte del Governo degli animi; è evidente, atteso tutto ciò, la obbligatorietà della Iniziazione a Platone! In buona sostanza si tratta di una autentica metànoia cioè di un “riposizionamento dello sguardo, del punto di vista, onde, forse, giungere di poi alla Visione; è un cambiare radicalmente il modo e la natura di come si guarda e si conosce se stessi ed il Mondo in una parola: essere un altro uomo per essere ciò che si è sempre stati ma non sapendolo; e tutto ciò è propedeutico, nel significato etimologico del termine, cioè a favore della paideia che è la formazione spirituale e fisica del fanciullo affinché sia uomo e cittadino, governante e governato: questo è Platone e questa è ancor di più la Tradizione Platonica che è la Tradizione Romano-Platonica dell’Occidente! Se non si esce dal Dualismo che è la malattia, il Male (la Dualità di grande e piccolo, l’àpeiron, la Chòra), se non si vedono gli Dei che sono le Idee (Vincenzo Cilento affermava[6]: “i Greci non credevano negli Dei, perché li vedevano!”), se non si vede l’Invisibile, è non solo inutile ma anche dannoso parlare di Platone; nel senso che non si opera per il Bene cioè per la Tradizione, anche se si è in totale ed intrinseca buona fede. In molti dei miei libri[7] ho tematizzato tali questioni ed ho cercato di aiutare il lettore (che non deve essere solo tale) a risvegliare l’uomo arcaico che dorme dentro di noi: ho sempre ritenuto che sia radicalmente necessario avviare alla Iniziazione platonica che è innanzitutto il vedere con gli occhi di Platone, che sono gli occhi dell’uomo omerico, a vivere e ad essere, in buona sostanza, la sua Visione del Mondo; e ciò che si deve assolutamente evitare, come la più pericolosa delle tentazioni sataniche, e che il tutto si riduca a erudizione e “conoscenza” libresca.
Mi sembra superfluo affermare che tutto ciò è di una tale difficoltà spirituale e animico-emotiva da far tremare i polsi tanto da ritenerlo impossibile ad eventuarsi ma, in tale Età Oscura avanzata, comunque, sono convinto che sia meno inaccessibile di quanto non lo sia stato in altre epoche; rebus sic stantibus, è questa la Via e non ve n’è altra: un opus remotionis eroico e magico (nel significato evoliano del termine) di tutte le incrostature e le lordure della modernità sì da rendere l’animo aperto e disposto all’incontro con chi altro se non con Se stesso e cioè con l’Essere nella sua totalità (Pantelòs) che è Intelligenza, Anima, Vita e Movimento[8]; ovviamente qui non intendo assolutamente affermare che libri come quello del Dugin non possano e non debbano sollevare qualche dubbio o indurre a porsi la Domanda fondamentale (nel senso in cui la intende Heidegger) sì da condurre verso la Via del Cammino, che è di tutta la vita e, forse, anche oltre; ma ribadisco che la Piramide senza il vertice, che è l’Uno invisibile e che si può declinare solo apofaticamente, non ha Origine e quindi essa incarna l’ipotesi in cui l’Uno non è e, pertanto, è quella riprodotta sul dollaro!
Termino queste mie precisazioni necessarie, manifestando la mia profonda sorpresa per la presenza nel libro del Dugin di due concetti espressi dallo stesso che mai avrei pensato di rinvenire in un suo scritto: la sorpresa è determinata, in primis, dal fatto che Dugin opera una curiosa identificazione di Cibele, la Grande Madre dell’Ida, con il principio matriarcale che oggi domina incontrastato, identificazione che è, in guisa palese, assolutamente priva di qualsiasi fondamento storico-religioso: Cibele è la Grande Madre degli Dei, è il Principio Ipercosmico a cui si rivolge Flavio Claudio Giuliano ed è tanto antimatriarcale e quindi antifemminile e, pertanto, antiplebeo che il Patriziato romano nel 204 a.C., accolse il suo culto, debitamente purificato dagli elementi asiatico-orgiastici, sul Palatino, in funzione contrapposta proprio ai culti plebei di Cerere e Libero (Dioniso) collocati sull’Aventino, colle plebeo, riconoscendo quindi nella stessa Grande Madre degli Dei, la Divinità primordiale della spiritualità arcaica indoeuropea di natura pastorale e, provenendo il suo culto dal monte Ida situato nella Troade ed essendo troiana l’origine dei Romani, essi riconobbero infine nella grande Dea la progenitrice di Roma stessa, identificandola con il Principio di cui alla Venus Genetrix Madre degli Eneadi che è poi la Venere Urania di Platone[9], ed il cerchio si chiude!
Il secondo singolare concetto che ho rinvenuto ed il cui contenuto mi sorprende ancora di più, provenendo la stessa da un attento studioso di Evola, è quello espresso nel confronto avuto dal Dugin con Bernard Levy riportato nel testo (pag. 159) dove testualmente si afferma “… che il fenomeno del Fascismo o Nazionalsocialismo sia una forma di nichilismo perché è un fenomeno moderno…”; in ciò dichiarandosi, il Dugin, d’accordo con il Levy! Ora affermare che il Fascismo come fenomeno epocale europeo, sia essenzialmente moderno nel senso di ideologicamente modernista e quindi nichilista, tanto quanto il liberalismo ed il comunismo, è dire qualcosa di talmente falso cioè di non corrispondente al vero che non solo non ha alcuna pezza d’appoggio probatoria sotto il profilo tanto strettamente storiografico quanto, in senso lato, storico-culturale, ma che è poi in stridente e palese contraddizione con il significato della intera vicenda storica di tutto il Novecento e precisamente con il senso profondo e rivelatore di tutti quegli eventi filosofico-spirituali che partono da Sorel ed attraverso D’Annunzio ed il sorgere del Fascismo, giungono alla Rivoluzione conservatrice tedesca; eventi, pensieri, passioni, idee, lotte e sacrifici di tale enorme rilevanza sacrale, mitico-simbolica e politico-statuale, in una nuova ed antica Visione del Mondo, che facilmente smentiscono tali temerarie affermazioni! E quello che intendo dire, e su cui non posso qui diffondermi per evidenti ragioni di spazio, un buon studioso ed onesto conoscitore della Vita e del Pensiero di un Evola o di un Heidegger lo può comprendere sin troppo facilmente e trarne pertanto le dovute logiche conclusioni che non possono non essere radicalmente differenti ed antitetiche a quelle tratte dal Dugin medesimo nel libro in questione.
NOTE:
[1] G. CASALINO, Aeternitas Romae. La via eroica al Sacro d’Occidente, Genova 1982; IDEM, Il sacro e il diritto. Saggi sulla tradizione giuridico-religiosa romana e la crisi della modernità, Lecce 2000; IDEM, Il nome segreto di Roma. Metafisica della romanità, Roma 2003; IDEM, Res publica res populi. Studi sulla tradizione giuridico-religiosa romana, Forlì 2004; IDEM, Tradizione classica ed era economicistica. Idee per la visione del mondo, Lecce 2006; IDEM, Le radici spirituali dell’Europa. Romanità ed ellenicità,Lecce 2007; IDEM, L’essenza della romanità, Genova 2014; IDEM, La spiritualità indoeuropea di Roma e il Mediterraneo, Roma 2016; IDEM, Sigillum scientiae. L’essenza vivente ed ermetica della romanità ed il platonismo, Taranto 2017.
[2] G. CASALINO, La prospettiva di Hegel. Circolarità e compiutezza del sapere come pensiero arcaico-ermetico, Lecce 2005; IDEM, L’Origine. Contributi per la filosofia della spiritualità indoeuropea, Genova 2009; IDEM, Lo specchio del mondo. Studi e saggi nel cammino del pensiero, Lecce 2010; IDEM, La Conoscenza suprema. Essere la concretezza luminosa dell’Idea, Genova 2012; IDEM, Sul Fondamento. Pensare l’Assoluto come Risultato, Genova 2014, IDEM, Hegel, Evola e la conoscenza del Divino. Studi sulla teosofia platonico-ermetica, Genova 2018.
[3] P. A. FLORENSKIJ, Realtà e mistero, Milano 2013, pp. 19 ss..
[4] PLATONE, Alcibiade maggiore, 133c.
[5] G. CASALINO, Hegel , Evola e la conoscenza del Divino, cit., Genova 2018, pp. 7 e ss..
[6] V. CILENTO, Comprensione della religione antica, Napoli 1958, p. 75.
[7] G. CASALINO, La prospettiva di Hegel, cit; IDEM, Tradizione classica ed era economicistica, cit.; IDEM, L’Origine, cit.; IDEM, Lo specchio del mondo, cit.; IDEM, La Conoscenza suprema, cit.; IDEM, Sul Fondamento, cit.; IDEM, Sigillum scientiae, cit.; IDEM, Hegel, Evola e la conoscenza del Divino, cit..
[8] PLATONE, Sofista, 248c 249a.
[9] G. CASALINO, Il nome segreto di Roma, cit., pp. 146-47-48 con ivi ampia bibliografia specialistica, in particolare in nota n. 83 pag. 148.
Quello che stiamo vivendo e’ un rituale occulto mondiale
Chi non ha una certa dimestichezza con l’esoterismo percepisce la simbologia come un qualcosa di prettamente simbolico fine a se stesso.Eppure tutti i leader del mondo, indistintamente, non nascondono mai la loro appartenenza a queste logge massoniche e lo fanno attraverso dei rituali che hanno radici millenarie.Chiamateli pazzi, criminali, sociopatici, o malati psichici, e’ bene che tutti si rendano conto che interagire e manifestare in proprio dissenso nei confronti di queste persone, attraverso cortei, manifestazioni in piazza o come va di moda oggi con un like, e’ come pensare di cambiare il mondo andando a votare presso un seggio elettorale.Se ti fosse consentito di modificare l’ordine costituito non ti consentirebbero di farlo.E’ l’illusione condivisa che anima il mondo e che si sviluppa attraverso un rituale magico che entra a far parte della coscienza collettiva che estraniata dalla realtà’ pensa di contare qualcosa.Corona IniziazioneIl mondo intero sta partecipando a un rituale di iniziazione del Covid-19 occulto, sebbene quasi nessuno lo realizzerà.Le misure e le politiche che i governi hanno implementato in tutto il mondo dall’inizio dell’operazione Coronavirus – come la quarantena, il blocco, il lavaggio delle mani, l’uso di maschere, l’allontanamento sociale e altro – sono in realtà aspetti del rituale di iniziazione occulta. Questi aspetti sono stati abilmente adattati all’attuale falsa pandemia e mascherati da autentiche strategie di salute pubblica. Come ho spiegato in articoli precedenti, questa pandemia è un evento del tipo dell’11 settembre che è stato meticolosamente pianificato per decenni .Le persone che gestiscono il mondo, che spesso chiamo i cospiratori del Nuovo Ordine Mondiale (NWO), lasciano ben poco al caso. Sono maghi neri e eseguono questo esercizio dal vivo in modo simile a come eseguono i loro rituali satanici segreti. In entrambi i casi, l’obiettivo è lo stesso: portare gli iniziati fuori dalla loro normale modalità di esistenza, scomporli, generare sottomissione, rimodellarli a somiglianza dei loro leader e infine riportarli a una nuova normalità dove non possono tornare ai loro vecchi modi e vite.Rituale di iniziazione della corona: blocco e quarantena (isolamento)Ogni buon rituale richiede una preparazione. La prima parte di un rituale di iniziazione è l’isolamento. Questo isolamento serve a separare l’iniziato dagli affari mondani (“del mondo”) della sua vita. Viene spesso fatto tagliando tutti i legami con il mondo esterno. A volte, l’iniziato può essere mandato in una stanza buia o in una grotta; questo suggerisce anche una prossima rinascita da un grembo oscuro. Al giorno d’oggi questo isolamento richiede anche la separazione dalla tecnologia e da tutto ciò che ne deriva (telefoni, computer, e-mail, social media, ecc.). La deprivazione sensoriale manda a galla l’iniziato dove è meno legato a credenze e comportamenti.Nell’operazione Coronavirus, il blocco e la quarantena erano l’aspetto di isolamento del rituale. Coloro che erano consapevoli della situazione hanno notato che mettere in quarantena un’intera comunità di persone sane era una contraddizione in termini, perché la stessa parola quarantena significa “uno stato, periodo o luogo di isolamento in cui persone o animali che sono arrivati da altrove o sono stati esposti a malattie infettive o contagiose “. Quindi, per definizione, non si possono mettere in quarantena persone sane e non infette; si possono mettere in quarantena solo persone infette e malate. Tuttavia, il programma era isolare le persone con ogni mezzo necessario per raggiungere il primo passo dell’iniziazione.Rituale di iniziazione alla corona: lavaggio delle mani (rifiuto)Un altro elemento del rituale è stata l’attenzione ossessiva e compulsiva sul lavaggio delle mani. Mentre il lavaggio delle mani in generale è una buona attività igienica che può aiutare a limitare la diffusione della malattia, l’operazione Coronavirus l’ha portata a un livello completamente nuovo di ansia OCD (in base alla progettazione, ovviamente). Simbolicamente, il lavaggio delle mani ricorda la storia di Ponzio Pilato della Bibbia, che si lavò le mani della questione riguardante il destino di Gesù di Nazareth e rifiutò di punirlo o di liberarlo. Da questo punto di vista, lavarsi le mani riguarda il rifiuto. Ma chi o cosa viene rifiutato? La “vecchia normalità” della libertà?Rituale di iniziazione della corona: indossare la maschera(censura, sottomissione, disumanizzazione, persona alternativa)In quarto luogo, le maschere sono spesso usate dalle stesse élite alle loro feste e rituali. Ricordi la scena dell’orgia sessuale satanica da Eyes Wide Shut di Kubrick ? Le maschere nascondono l’identità. Accelerano la “morte” della vecchia identità. Le maschere creano una persona alternativa. Questo si collega al tema incredibilmente importante del Satanic Ritual Abuse (SRA) e del controllo mentale. Nel controllo mentale, un “conduttore” usa la tortura e l’abuso per costringere la vittima a dissociarsi.È qui che le loro menti si staccano e si staccano dalla realtà per affrontare il tremendo dolore che viene loro inflitto. È una strategia difensiva mentale incorporata. Tuttavia, così facendo, la vittima crea più “alter” o personalità che sono scollegate dalla loro personalità di base. Questi alter non sanno dell’esistenza di altri alter; così la vittima può essere programmata per fare cose (ad esempio diventare una schiava del sesso o un assassino) e non ricordare di averle fatte, perché si può innescare un alter per farsi avanti e poi tornare nel subconscio dopo l’evento. Quando si tratta di controllo mentale, le maschere sono il simbolo degli aspetti o personaggi nascosti di noi stessi che i controllori del NWO stanno deliberatamente prendendo di mira con la loro propaganda subliminale.L’uso della maschera è un argomento enorme in molti modi. Nell’articolo Smascherare la verità: gli studi mostrano che le maschere disumanizzanti ti indeboliscono e non ti proteggono Ho coperto alcuni dei motivi medici per cui indossare una maschera non è solo inutile dal punto di vista medico se vuoi proteggerti da COVID, ma anche potenzialmente dannoso per la tua salute. Tuttavia, ci sono molti livelli più profondi quando si tratta degli aspetti rituali delle maschere. In primo luogo, le maschere connotano la censura, la copertura della bocca, il bavaglio e la soppressione di una voce libera.Pensa a quante immagini raffiguranti la censura mostrano una persona con del nastro adesivo sulla bocca. La censura è stata una parte importante di questo programma, anche prima che accadesse ufficialmente, con tutti gli appassionati di Event 201 che hanno praticato la loro simulazione per ore su come avrebbero controllato la narrativa ufficiale e censurato i punti di vista alternativi. In secondo luogo, le maschere simboleggiano la sottomissione, la rinuncia all’accesso illimitato all’ossigeno. L’intera agenda non riguarda il virus; si tratta di controllo.Si tratta di costringere le persone a sottomettersi alla volontà dei manipolatori del NWO, anche quando è legalmente e medicalmente ingiustificato. In terzo luogo, le maschere ricordano i robot.Sono disumanizzanti. Rimuovono la capacità di vedere completamente il viso di un’altra persona. Creano distanza e separazione nelle persone, rendono più difficile per noi comunicare tramite il linguaggio del corpo e rendono più difficile per noi provare empatia per gli altri, poiché tale empatia si basa spesso sul vedere veramente un’altra persona.rendono più difficile per noi comunicare tramite il linguaggio del corpo e rendono più difficile per noi provare empatia per gli altri, poiché tale empatia si basa spesso sul vedere veramente un’altra persona.Rituale della Corona-Iniziazione: Distanziamento Sociale (The New Normal)Una volta che il rituale si avvia verso il completamento, l’iniziato esce in un nuovo modo di pensare e in un nuovo modo di comportarsi. È rifatto a immagine dei suoi addestratori o manipolatori che hanno condotto il rituale. Nel caso di COVID, l’obiettivo finale è la nuova normalità in cui tutti sono permanentemente separati e scollegati (così come testati, tracciati, tracciati contatti, monitorati, sorvegliati, medicati e vaccinati). L’allontanamento sociale è davvero un allontanamento antisociale; si tratta di rimuovere il tocco umano dalle nostre interazioni. Quel tocco è ciò che ci rende umani.L’obiettivo generale del rituale: distruggere il vecchio e creare il nuovoSe dovessi riassumere l’intero rituale di iniziazione della corona con un concetto, sarebbe questo vecchio, provato e vero. Ordo ab chao. La dialettica hegeliana. Problema-reazione-soluzione. La fenice che risorge dalle ceneri. Tutte queste frasi indicano lo stesso metodo: distruggere il vecchio per far posto alla creazione del nuovo. Questo metodo in sé e per sé non è male; è tutto su come viene utilizzato.Il vero scopo del rituale è quello di alterare la propria mente e il proprio carattere, e può essere fatto consciamente o inconsciamente, consapevolmente o inconsapevolmente. Il rituale può essere usato per la magia bianca tanto quanto la magia nera, ad esempio puoi usare questa tecnica per vincere le abitudini distruttive dentro te stesso e diventare una persona migliore. È solo che nel contesto della cospirazione mondiale, questo metodo viene utilizzato dai cospiratori del NWO per rendere il mondo un luogo meno libero, meno pacifico, più controllato e più gerarchico.Pensieri finaliL’operazione Coronavirus è un rituale mondiale e i suoi numerosi elementi sono altamente simbolici. Le persone vengono guidate come partecipanti inconsapevoli senza la minima idea di come stiano inconsciamente sostenendo l’agenda più profonda (ad esempio cooperando con la propria schiavitù, acconsentendo a ridicole restrizioni e persino controllando attivamente i propri concittadini). Il fatto che questa falsa pandemia di coronavirus sia un rituale non sorprende, dato che il nucleo interno del NWO sono i satanisti che praticano la magia nera . Come attestano gli informatori sopravvissuti , alcuni dei loro rituali satanici riguardano lo stupro, la caccia agli esseri umani come animali, orge di massa, bere sangue umano, cannibalismo e sacrificio di bambini. Dobbiamo rimanere vigili sugli aspetti simbolici più profondi di questa agenda se vogliamo veramente mantenere i nostri diritti e la nostra libertà di fronte a questa oscurità.
«Se non cambi la tua linea politica la pagherai cara» disse Kissinger ad Aldo Moro.
Com’era, è. Amérika metastasi dell’umanità.
Il rappresentante permanente della Russia presso le Nazioni Unite, Vasily Nebenzia, ha risposto alla rivelazione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di voler assassinare il leader siriano Bashar Al-Assad dopo che Washington ha accusato il suo governo di aver effettuato un attacco con armi chimiche .”Abbiamo recentemente sentito parlare di piani per assassinare il presidente di uno stato sovrano, il presidente Bashar Al-Assad”, ha detto Nebenzia durante la sessione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite venerdì. “In che modo questa non è una politica di cambio di regime?”Il rappresentante permanente della Russia presso le Nazioni Unite ha sottolineato che “le sanzioni unilaterali, di per sé illegali, che sono utilizzate come strumento di punizione collettiva e mirano a fomentare il malcontento sociale ostacolano gli sforzi di coloro che vogliono la pace in Siria”.Ha invitato le parti che mostrano la loro mancanza di rispetto per il diritto internazionale ad abbandonare questa pratica.Trump in precedenza aveva detto in un’intervista televisiva a Fox News di aver avuto l’opportunità di “sbarazzarsi di Bashar al-Assad”, ma poi il segretario alla Difesa James Mattis ha obiettato.Da parte sua, Damasco ha condannato le recenti dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, sottolineando che il riconoscimento da parte di Trump di un tale passo conferma che l’amministrazione statunitense è un paese canaglia e fuorilegge, e sta perseguendo gli stessi metodi delle organizzazioni terroristiche con l’uccisione e la liquidazione senza prendere tenere conto di eventuali misure legali, umanitarie o etiche.
Liberamente tratto dal gruppo facebook “Repubblica Araba di Siria”
« Prima che arrivassero i nostri fratelli bianchi per fare di noi degli uomini civilizzati, non avevamo alcun tipo di prigione. Per questo motivo non avevamo nemmeno un delinquente. Senza una prigione non può esservi alcun delinquente. Non avevamo né serrature, né chiavi e perciò, presso di noi non c’erano ladri. Quando qualcuno era cosi povero, da non possedere cavallo, tenda o coperta, allora egli riceveva tutto questo in dono. Noi eravamo troppo incivili, per dare grande valore alla proprietà privata. Noi aspiravamo alla proprietà, solo per poterla dare agli altri. Noi non conoscevamo alcun tipo di denaro e di conseguenza il valore di un essere umano non veniva misurato secondo la sua ricchezza. Noi non avevamo delle leggi scritte depositate, nessun avvocato e nessun politico, perciò non potevamo imbrogliarci l’uno con l’altro. Eravamo messi veramente male, prima che arrivassero i bianchi, ed io non mi so spiegare come potevamo cavarcela senza quelle cose fondamentali che – come ci viene detto – sono cosi necessarie per una società civilizzata. »
Tahca Ushte – John Fire Lame Deer [detto Cervo Zoppo, uomo di medicina dei Sioux]
“Dal punto di vista psichico, le tradizioni magiche sono concordi nell’affermare che ogni azione efficace in termini estranormali ha per premessa uno stato di esaltazione, di ‘mania’, ebrezza o estasi attiva che scioglie l’imaginazione dalle sue condizionalità fisiche e mette l’Io in contatto con la paracelsiana ‘Luce della Natura’, col substrato psichico della realtà, ove ogni imagine o verbo formato acquisterebbe un potere oggettivo. Ora, se in via naturale l’eros porta ad uno stato di esaltazione di tal genere, si può comprendere come dall’erotismo mistico o iniziatico si sia potuti passare anche all’erotismo magico in senso proprio. L’eccezionale dinamizzazione o vitalizzazione della fantasia per effetto dell’eros è un fatto ben noto nello stesso dominio profano […]. In un certo modo e grado, in ogni amore agisce già una ‘fantasia vivente magica’. Così non dobbiamo stupirci che una particolare tecnica magica abbia usato come mezzo il sesso sottoposto ad un particolare regime.”
(J.E., Metafisica del Sesso, Mediterranee, Roma 1969)
Liberamente tratto dal gruppo facebook “Pillole Evoliane”
“Come il vero Stato, lo Stato gerarchico e organico, ha cessato di esistere, del pari oggi non esiste nemmeno un qualsiasi partito o movimento al quale si possa incondizionatamente aderire e per il quale ci si possa battere con impegno assoluto per il suo presentarsi come l’assertore di una qualche idea superiore. Il regime dei politicanti, spesso uomini di paglia al servigio di interessi finanziari, industriali o sindacali, esaurisce il mondo attuale dei partiti, di là dalla varietà delle etichette. D’altronde, la situazione generale ormai è tale, che quand’anche esistessero partiti o movimenti di tipo diverso, essi fra le masse sradicate non avrebbero quasi nessun seguito, quelle masse non reagendo positivamente che a chi prometta loro vantaggi materiali e ‘conquiste sociali’. Quando queste non siano le sole corde a vibrare, l’unico punto di presa offerto dalle masse ancor oggi – anzi oggi più che mai – riguarda il piano delle forze passionali e sub-intellettuali, forze che, per la loro stessa natura, sono prive di ogni stabilità. Sono, queste, le forze su cui contano i demagoghi, i capi-popolo, i manipolatori di miti, i fabbricanti dell’ ‘opinione pubblica’. A tale riguardo è abbastanza istruttivo ciò che è avvenuto coi regimi che ieri in Germania e in Italia avevano inteso prender posizione contro democrazia e marxismo: quel potenziale di entusiasmo e di fede che allora avevano animato grandi masse, talvolta sino a forme fanatiche, è svanito senza residuo nel punto della crisi, quand’anche esso non si sia trasferito in nuovi, opposti miti, sostituitisi ai precedenti per la sola forza delle cose. E’ quel che, in genere, deve attendersi da ogni corrente collettiva alla quale manchi ogni dimensione in profondità, in quanto ha per fondo le forze cui si è accennato, corrispondenti al puro d e m o s e alla sovranità di esso, il che vale quanto dire, secondo il significato letterale, la ‘democrazia’.Tale piano irrazionale e sub-intellettuale, oppure l’altro determinato dalle pure utilità materiali e ‘sociali’ – ecco gli unici domini rimasti per ogni azione politica efficace, dopo la fine degli antichi regimi. Per cui, quand’anche oggi apparissero capi degni di questo nome – uomini, dunque, che facessero appello a forze e interessi di tipo diverso, che non promettessero vantaggi materiali, ma che esigessero, che imponessero ad ognuno una severa disciplina, che non acconsentissero a prostituirsi e a degradarsi pur di assicurarsi un potere personale precario, effimero e informe – questi capi non avrebbero quasi alcuna presa sull’attuale società.”
(J.E., Cavalcare la tigre, Scheiwiller, Milano 1961)
Liberamente tratto dal gruppo facebook “Pillole Evoliane”
«Perché sono tutti così felici qui, tranne me?». «Perché hanno imparato a vedere la bontà e la bellezza, ovunque», rispose il maestro. «Perché io non vedo la bontà e la bellezza ovunque?». «Perché non puoi vedere fuori di te ciò che non vedi dentro di te». (Rumi – mistico Sufi)
“Perché tante persone si sentono sole? Perché è in loro stesse, è nella loro testa e nel loro cuore che hanno creato quella solitudine. In realtà non si è mai soli. Lamentarsi di essere soli significa dichiarare che si manca di amore; ma si manca di amore perché non si ama. Quanti uomini e donne si accontentano di sognare l’amore! Attendono il principe o la principessa delle Mille e Una Notte, ed è per questo che si sentono soli: perché aspettano l’amore, e non lo cercano in loro stessi. L’amore che aspettate non verrà mai. L’amore, non lo dovete mai aspettare: è dentro di voi. Lasciatelo uscire, lasciate che si manifesti e che s’irradi: è il solo modo per incontrarlo veramente.”