LEADERSHIP DI UN TIMONIERE

di Vincenzo Di Maio

Il vero leader si dispone nella sua posizione gerarchica rispetto ad altri leaders superiori o inferiori a lui.

Quindi ogni vero leader è già un seguace.

Compreso il leader maximum, poiché il vero leader seppure è al vertice della gerarchia segue i bisogni e le necessità dei seguaci e le fa sue.

Infatti leadership in inglese significa letteralmente essere guidatore di una nave: un timoniere, colui che guida un imbarcazione in cui ognuno assume un preciso ruolo per poter affrontare al meglio ogni avversità proveniente dai flussi delle onde del mare.

LEADERSHIP DI UN TIMONIERE

L’ENTUSIASMO DELLE NAZIONI SOCIALIZZANTI

di A.H.

“Ogni movimento, nella sua attuazione e nella sua vittoria, dipende dall’entusiasmo per l’idea che porta con sé. L’entusiasmo, però, non si può coltivare nei cuori per cose che appartengono al passato, quanto piuttosto unicamente per un fulgido obiettivo del futuro! Non per cose che giacciono nel campo dell’economia reale, bensì per quelle che si trovano nel regno delle idee. NON SI MUORE PER OBIETTIVI ECONOMICI, ma solamente per delle idee. Tutti gli Stati con obiettivi puramente economici soccomberanno, mentre le nazioni con obiettivi ideali che spesso non sono nemmeno di questo mondo possono spingere milioni di persone verso la morte. Tale obiettivi, tuttavia, non appartengono al passato, bensì al futuro. / Quindi, chiunque venga oggi e guardi al passato non porterà mai il popolo alla lotta! / SIAMO SOCIALISTI FANATICI, nonché figli fedeli del nostro popolo; SIAMO NAZIONALISTI FANATICI, nonché fedeli socialisti! Cerchiamo di entusiasmare le persone e di ricorrere a loro per combattere il nemico. Forza!” (Da: A. H., “Scritti e discorsi 1925”, Thule Italia Editrice)

L’ENTUSIASMO DELLE NAZIONI SOCIALIZZANTI

IUS SANGUINIS VS. IUS SOLI

di Vincenzo Di Maio

Assumere la cittadinanza di un paese per nascita è una caratteristica scelta politica basata sul fatto che si accettano altre etnie e culture diverse da quelle nazionali di una specifica società. Il che può implicare una alterazione della cultura e della identità di una nazione compromessa da una moltitudine di contaminazioni che fanno disperdere le radici storico sociali di un paese e della sua civilizzazione. Questo processo infatti, come dimostrano la diffusione di ghetti etnico razziali negli Stati Uniti d’America, non produce ricchezza sociale ma bensì instabilità sociale e malessere diffuso per la mancanza di un comune senso del vivere, dei rapporti umani che vengono privati di una comunanza di linguaggio, usi, costumi e cultura in genere che non fanno altro che produrre una società aperta alle influenze esterne e quindi in ultima analisi una società danneggiata da invasioni pervasive che alterano gli equilibri sociali di una nazione in ogni campo: politico, economico e culturale. Oggi, in un contesto politico italiano in cui abbiamo un parlamento formato da perfetti incompetenti venduti agli interessi stranieri e a una moltitudine di africani che arrivano sulle coste italiane che non vengono arginate a monte senza neanche rispedire a casa i nullafacenti tenuti in strutture non inclusive, non si fa altro che corrodere ulteriormente la stabilità degli equilibri di un paese come l’Italia. Con l’avvento dei bambini immigrati di seconda generazione non si fa altro che togliere risorse al vero problema italiano che è il basso livello di natalità che possiede implicazioni demografiche in molti settori della società. Quindi queste sono le ragioni fondamentali della generazione di limiti sostenibili al fenomeno sociologico delle immigrazioni a cui si affianca un altro problema che sono le emigrazioni degli italiani all’estero. Discorso fuori discussione sono invece i matrimoni misti di italiani che sposano immigrati che è l’eccezione che si pone a difesa della regola. Premetto che non sono leghista e che non sono di destra ma mi reputo un visionario primordiale al di là della destra e della sinistra, ma mi dispiace dirlo poiché credo ciecamente nelle relazioni interculturali ma solo se esse sono finalizzate a ravvivare e a mantenere gli equilibri sociologici di ogni nazione. Pertanto credo che bisogna accettare questa impostazione per generare un reale fermento interculturale che porti ad una rivoluzione sociale tale che trasformi l’economia capitalista del sistema globalista in una economia umanista di un nuovo sistema planetario fondato sul rispetto delle tradizioni e delle culture di ogni paese e di ogni civiltà. Non si tratta di voler prevalere su qualcun’altro ma si tratta di eliminare totalmente dalla faccia del pianeta terra il fenomeno dell’emigrazione per bisogno e riportare accolti in casa propria nella propria nazione i rispettivi nativi. Una questione che implica la fine del liberalismo capitalista e la fine delle sue nazioni inesistenti su cui si basa la stessa dottrina del liberalismo, come ad esempio gli USA e Israele. Questa è la vera sfida non quella di ottenere una cittadinanza utile soltanto per favorire l’incremento dei votanti e delle forze politiche clientelari della corruzione presente in ogni paese del globo. 

IUS SANGUINIS VS. IUS SOLI

LA TERZA VIA GOVERNATIVA E LA TERZA POSIZIONE

di Vincenzo Di Maio

La terza via non è altro che una terza via governativa che allo stato attuale nel parlamento nazionale italiano non è rappresentata da nessuno, ma che fu grandemente rappresentata in passato da personaggi politici come Enrico Mattei, Adriano Olivetti, Aldo Moro e Giorgio Lapira.
Oggi purtroppo il parlamento italiano è interamente votato a una vocazione globalista filoatlantica e prounionista, una vocazione che fa dell’Europa un soggetto politico deforme e contrastato dagli egoismi nazionali dei governi pilotati dalle lobbies economiche multinazionali, un’Europa che governativamente è succube di qualsiasi spinta esterna in quanto priva di una guida pensante che ne definisca l’identità sormontando tutte le spinte globaliste e le controspinte nazionaliste dei vari populismi.
Vi è bisogno quindi di una terza posizione che non sia nè destra nè sinistra, nè globalista nè nazionalista, una posizione di giustizia sociale internazionale che integri tutte le istanze politiche sotto l’egida di una chiara identità religiosa e laica allo stesso tempo che, come nel principio indonesiano della Pancasila, riconosce il principio di uno stesso e unico Dio per tutte le cinque religioni tradizionali e rivelate autentiche, una posizione di giustizia sociale che attualmente può essere rappresentata da tutte quelle vocazioni che possiamo definire come extraparlamentari, e che pertanto necessitano di sostituire letteralmente l’arco del parlamento nazionale con una nuova presenza che racchiuda queste istanze attraverso le linee guida finalizzate a un nuovo progetto costituzionale da adottare attraverso l’istituzione di una nuova assemblea costituente, posta sulla base di una nuova inquisizione politica, che apporti alla organizzazione di un nuovo Processo di Norimberga legittimato dalla corte internazionale del Tribunale dell’Aia e dalla corte europea di giustizia.
Un processo che fa affluire il nuovo pluralismo nazionale in un sistema politico nuovo rivolto alla unificazione dell’Europa come repubblica confederativa popolare di tutte le sue repubbliche nazionali, un processo storico che può assurgere soltanto da una forte contestazione di massa che occupi i principali palazzi rappresentativi del potere statale nazionale situati nelle capitali europee, facendo assumere ad interim i pieni poteri ad un governo costituente formato da un governo parallelo che guidi tutto questo processo attraverso le chiare idee pluraliste di un nuovo modello politico di ingegneria costituzionale fondato sulle tesi di una nuova terza posizione che non sia nè filoatlantica nè filosionista, una terza posizione che ripudia in blocco tutte le ideologie e gli ideologismi del passato per formare un soggetto politico nuovo che ristabilisce l’ordine disperso dal nemico. 

LA TERZA VIA GOVERNATIVA E LA TERZA POSIZIONE

UMANITÀ UNITA

di Vincenzo Di Maio

L’umanità è la specie biologica dominante del pianeta che ha il compito di salvaguardare tutti gli equilibri ecologici per rendere di nuovo questa terra un giardino celestiale come era alle sue origini.
E in quanto tale l’umanità è destinata a sentirsi cosmicamente unitaria nonostante le differenze etniche, razziali e culturali della sua realtà antropologica diversificata ma convergente.

UMANITÀ UNITA