ESSERE VERAMENTE RIVOLUZIONARI

di Vincenzo Di Maio

Essere veramente rivoluzionari significa riportare la vita umana all’antico ordine planetario che è l’impero del Sole e della Luna.
Nelle coscienze dei rivoluzionari di tutti gli ideologismi novecenteschi invece vi erano solo frammenti distorti di questa verità.
Per riportare l’imperium populi sulla terra vi è bisogno di uomini e donne consapevoli di questa e soltanto questa rivoluzione imperiale che riporti all’antico splendore tutti i popoli del pianeta Terra, dove l’imperatore planetario è il re dei re: il Melchisedek di Salem, ovvero il Kulika di Shambala del futuro.
Perché la vera rivoluzione è dentro, la vera rivoluzione è un motus planetarius che si distingue per essere una transizione coerente e consciamente consapevole di imparare ad imperare per imperire, per non morire nè dentro nè fuori, ma per soffocare ogni vuoto interiore e contrapporre l’azione diretta al riportare l’antico ordine sulla terra attraverso l’aggregazione spontanea che contrasti insieme ogni infima insinuazione del nuovo ordine mondiale in qualsiasi forma e frangente della vita umana.
Il mutamento è in atto ed è sotto gli occhi di tutti, un continuum di nuove evenienze che stanno sradicando letteralmente ogni forma di vita borghese imposta dalle gerarchie occulte dei poteri globali con le loro mafie, magie e manie di nuove abitudini che cercano di distogliere l’attenzione dei popoli dalla Verità attraverso il braccio della forza, rappresentato dalle forze dell’ordine, e il braccio della menzogna, rappresentato da tutti i massmedia vecchi e nuovi, analogici e digitali.
Abbiamo bisogno di rivoluzionari pronti a tutto pur di reagire a quei soprusi che stiamo già combattendo e che necessitano di nuove aggregazioni per difenderci da questi poteri globalisti e per attaccarli lì nei luoghi chiave del sistema, dove ancora non hanno pensato di essere quei punti deboli che saranno i nostri punti di forza, su cui effettuare l’evacuazione di ogni elemento contrario alla volontà generale di noi popoli uniti dalla protezione del Cielo, quale movimento politico internazionale che scuote i palazzi e interviene chirurgicamente nei punti nodali in qualità di visionari primordiali uniti dalla coscienza universale di un unico intento di costituzione dell’antico ordine planetario formato da nazioni socializzanti accomunate da un indipendentismo radicale che scelga di rompere tutti i legami di dipendenza politica economica e culturale da parte di paesi stranieri, in particolare dal sionismo internazionale angloamericano.

ESSERE VERAMENTE RIVOLUZIONARI

CHI ERA DAVVERO LA MOGLIE DI GESÙ ?

di Leonardo Desantis

“Dio il SIGNORE fece cadere un profondo sonno sull’uomo, che si addormentò; prese una delle costole di lui, e richiuse la carne al posto d’essa. Dio il SIGNORE, con la costola che aveva tolta all’uomo, formò una donna e la condusse all’uomo” (Sacra Bibbia, Genesi 2:21-22)
“Giunti a Gesù, lo videro già morto, e non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati gli forò il costato con una lancia, e subito ne uscì sangue e acqua” (Sacra Bibbia, Giovanni 19:33-34)
Adamo nel SONNO ha generato Eva, la sua sposa, dal suo fianco.
Cristo, nuovo Adamo, nel SONNO della morte ha generato la sua sposa la Chiesa, nuova Eva, sulla croce, dal suo fianco da cui ha versato sangue (santa cena) e acqua (battesimo).
Per Chiesa di Cristo non va intesa la chiesa romana, né il vaticano. La parola Chiesa deriva dal greco Ekklesia che significa semplicemente “Assemblea dei chiamati fuori” ovvero l’insieme dei riscattati. Riscattati dalla condanna che grava sul mondo, mediante la fede in Gesù. Il popolo di Dio, coloro che credono in lui e fanno parte di varie chiese visibili.
Riesci a vedere il parallelo tra Cristo ed Adamo, tra Eva e la Chiesa, tra la generazione di Eva dal costato di Adamo e la generazione della Chiesa dal costato di Cristo? Sicuramente no.
Ci sono forze ostili che ti vietano di capire e non hai nessuna possibilità di capire questo parallelismo.
Maria è un membro della chiesa come noi cristiani. Non è nostra madre, come dice la chiesa vaticana, ma è nostra sorella.
La sposa di Gesù non è Maria Maddalena, ma è il popolo di Dio. Tutti coloro che credono in Cristo sono infatti chiamati alle Nozze dell’Agnello.

CHI ERA DAVVERO LA MOGLIE DI GESÙ ?

LA SPETTACOLARIZZAZIONE DELLA STORIA NEL PRIMORDIALISMO VISIONARIO

La spettacolarizzazione della politica è un continuo mettere in scena la politica ufficiale per conformare il conduzionismo delle masse come pascolo di mandrie da condurre al macello, attraverso il palco luminoso delle manovre pubbliche del potere e il palco buio delle trame nascoste del potere.
Questa è l’impostazione formalista su cui si basa la Devianza Originaria oggigiorno e a rimetterci sono sempre le élites emergenti che nella storia soccombono alle élites dominanti, poiché esse si basano sempre sullo spontaneismo radiante della Tradizione Primordiale, la naturalezza luminosa degli sforzi umani rivolti verso l’emancipazione sociale dei popoli.

LA SPETTACOLARIZZAZIONE DELLA STORIA
NEL PRIMORDIALISMO VISIONARIO

GURDJIEFF E L’OCCULTISMO

Gurdjieff ha sempre avuto un atteggiamento molto preciso riguardo all’occultismo.
La sua dottrina è una cosa completamente diversa da quella esplicitamente satanista di Aleister Crowley, e lui stesso criticava le varie forme di occultismo moderno, lo spiritismo, la Teosofia, ecc… (come del resto faceva anche il massone René Guenon). Allo stesso modo, però, faceva intendere di aver conosciuto benissimo molte pratiche magiche (e sicuramente ne aveva fatto uso). Anche lo scrittore Aldous Huxley (1894-1963) definiva gli scritti di Gurdjieff «l’opera classica di un mago» 1.
Lo stesso Ouspensky inoltre racconta di come il «maestro», durante il periodo di soggiorno ad Essentuki, insegnasse ai suoi discepoli a riconoscere le manifestazioni soprannaturali dai trucchi:
«Quando fummo tutti riuniti, nel marzo 1918, vennero stabilite nella nostra casa regole molto rigide; era proibito allontanarsi, si stabilirono turni di guardia giorno e notte, e così via. E cominciarono i lavori più vari. Nell’organizzazione della casa e delle nostre vite furono introdotti principi molto interessanti.
Gli esercizi, questa volta, erano molto più difficili e vari di quelli dell’estate precedente: esercizi ritmici accompagnati da musica, danze di dervisci, esercizi mentali, studio dei diversi modi di respirare, e così di seguito. Particolarmente impegnativi erano gli esercizi di imitazione dei fenomeni psichici: lettura del pensiero, chiaroveggenza, manifestazioni medianiche, ecc… Prima di cominciare tali esercizi, G. ci aveva spiegato che lo studio di questi “trucchi”, come li chiamava, era obbligatorio in tutte le scuole orientali, perché senza aver prima studiato tutte le imitazioni e contraffazioni possibili, non era pensabile cominciare lo studio dei fenomeni di carattere sopranormale. Un uomo non può distinguere il reale dal falso in questo campo, se non quando conosca tutti i trucchi e sia in grado di riprodurli egli stesso. G. diceva inoltre che uno studio pratico dei “trucchi psichici” era di per sé un esercizio insostituibile, e che era quanto di meglio si potesse desiderare per lo sviluppo della perspicacia, dell’acutezza dell’osservazione, dell’avvedutezza e di altre qualità ancora, che il linguaggio della psicologia ordinaria ignora, ma che certamente devono essere sviluppate.
Ciononostante, il nostro sforzo era soprattutto basato sulla ritmica, e su strane danze destinate a prepararci a fare in seguito degli esercizi di dervisci» 2.
«Mi è stato spesso chiesto che cosa sia la “magia nera”, e ho risposto che non vi è nessuna magia rossa, né verde, né gialla. Vi è meccanicità, cioè “ciò che capita”, e vi è il “fare”. “Fare” è magico, e non vi è che un modo di “fare”. Non possono esservene due. Ma può esservi una falsificazione, una imitazione delle apparenze esteriori del “fare”, che non può dare alcun risultato oggettivo, ma che può ingannare le persone ingenue e suscitare in esse la fede, l’infatuazione, l’entusiasmo e persino il fanatismo.
Questo è il motivo per cui, nel vero lavoro, cioè nel vero “fare”, non è più possibile alcuna infatuazione. Ciò che definite magia nera è fondato sull’infatuazione e sulla possibilità di giocare sulle debolezze umane. La magia nera non significa, in nessun modo, una magia del male. Vi ho già detto che nessuno fa mai del male per amore del male o nell’interesse del male. Ognuno fa sempre tutto nell’interesse del bene così come egli lo comprende. Nello stesso modo, è del tutto erroneo affermare che la magia nera è necessariamente egoista, che nella magia nera l’uomo mira obbligatoriamente ad ottenere dei risultati per sé stesso. Niente è più falso. La magia nera può essere molto altruista, può perseguire il bene dell’umanità, può proporsi di salvare l’umanità da mali reali o immaginari. Ma ciò che può essere chiamato magia nera ha sempre un carattere definito. Questo carattere è la tendenza a servirsi delle persone per qualche scopo, anche il migliore, senza che essi lo sappiano o senza che comprendano, sia suscitando in essi la fede e l’infatuazione, sia agendo su di essi con la paura.
Ma Ouspensky è ancora più esplicito in questo passo, quando riporta l’opinione di Gurdjieff sulla magia nera:
Ma a questo riguardo occorre tener presente che un “mago nero”, buono o cattivo che sia, ha dovuto passare attraverso una scuola. Egli ha imparato qualche cosa, ha inteso parlare di qualche cosa, sa qualche cosa; egli è semplicemente un “uomo educato a metà” che è stato allontanato da una scuola, oppure che l’ha lasciata avendo deciso che ne sapeva ormai abbastanza, che si rifiutava di restare più a lungo sotto la tutela di qualcuno, e che poteva lavorare indipendentemente e anche dirigere il lavoro degli altri. Ogni lavoro di questo genere può produrre solamente risultati soggettivi, cioè non può che deludere sempre di più e aumentare il sonno invece di diminuirlo. Si possono nondimeno apprendere certe cose da un mago nero, sebbene in modo sbagliato. Può persino capitargli, per caso, di dire la verità. È per questo motivo che io vi dico che vi è ben peggio della “magia nera”. Per esempio, tutte le specie di SOCIETÀ “SPIRITISTICHE”, “TEOSOFICHE” E ALTRI GRUPPI “OCCULTISTICI”.
Non soltanto i loro maestri non sono mai stati in una scuola, ma non hanno nemmeno mai incontrato qualcuno che sia stato in contatto con una scuola. Il loro lavoro non è che scimmiottatura. Ma un lavoro imitativo di questo genere procura una grande soddisfazione. Qualcuno si prende per un “maestro”, gli altri si prendono per “discepoli” e tutti sono contenti. Nessuna realizzazione della propria nullità può essere ottenuta in questo modo; e se qualcuno afferma di aver raggiunto questo risultato, non fa che illudere e ingannare sé stesso, quando non si tratti di pura menzogna. Al contrario, anziché realizzare la propria nullità i membri di queste società realizzano la loro propria importanza e accrescono la loro falsa personalità» 3.
1 Cfr. L. Pauwels, op.cit.; si veda in nota a pag. 46.
2 Cfr. P. D. Ouspensky, op. cit., pag. 410.
3 Cfr. P. D. Ouspensky, pagg. 252-253.

GURDJIEFF E L’OCCULTISMO

De la causa, principio et uno

Giodano Bruno

“Amor, per cui tant’alto il ver discerno, | Ch’apre le porte di diamante e nere, | Per gli occhi entra il mio nume; e per vedere | Nasce, vive, si nutre, ha regno eterno. | Fa scorger quant’ ha il ciel terr’ed inferno, | Fa presente d’absenti effigie vere, | Repiglia forze, e, trando dritto, fere, | E impiaga sempre il cor, scuopre ogn’intero. | O dunque, volgo vile, al vero attendi, | Porgi l’orecchio al mio dir non fallace, | Apri, apri, se può, gli occhi, insano e bieco. | Fanciullo il credi, perché poco intendi; | Perché ratto ti cangi, ei par fugace; | Per esser orbo tu, lo chiami cieco.”

GIORDANO BRUNO,
De la causa, principio et uno

Giordano Bruno

EROS, IMMAGINAZIONE, MAGIA

A cura di Sandro Consolato

“Dal punto di vista psichico, le tradizioni magiche sono concordi nell’affermare che ogni azione efficace in termini estranormali ha per premessa uno stato di esaltazione, di ‘mania’, ebrezza o estasi attiva che scioglie l’imaginazione dalle sue condizionalità fisiche e mette l’Io in contatto con la paracelsiana ‘Luce della Natura’, col substrato psichico della realtà, ove ogni imagine o verbo formato acquisterebbe un potere oggettivo. Ora, se in via naturale l’eros porta ad uno stato di esaltazione di tal genere, si può comprendere come dall’erotismo mistico o iniziatico si sia potuti passare anche all’erotismo magico in senso proprio. L’eccezionale dinamizzazione o vitalizzazione della fantasia per effetto dell’eros è un fatto ben noto nello stesso dominio profano […]. In un certo modo e grado, in ogni amore agisce già una ‘fantasia vivente magica’. Così non dobbiamo stupirci che una particolare tecnica magica abbia usato come mezzo il sesso sottoposto ad un particolare regime.”
(J.E., Metafisica del Sesso, Mediterranee, Roma 1969)

Gentilmente tratto dal gruppo facebook: Pillole Evoliane

EROS, IMMAGINAZIONE, MAGIA

SORGA UN CAVALIERE: LA VITA NON È ALTRO CHE UNA VIRGOLA TRA DUE ETERNITÀ

di Lorenzo Della Corte

Si è liberi di scegliere come vivere, si è liberi di scegliere quale strada intraprendere e come affrontare le avversità che il destino ci porrà di fronte, siamo noi i capitani della nostra anima e siamo noi che dettiamo la rotta.

C’è chi sceglie la via del lusso, chi del piacere, chi sceglie la via del rigore e chi ancora non sceglie e si accoda scegliendo la via del gregge, ovvero una via scelta per lui, non da lui.

Poi c’è chi sceglie la via della fedeltà ad un ideale, ad un’idea, ad un’immagine, ad un qualcosa di superiore che può dare un senso a questo cammino senza meta che è la vita.

Codesto è il sentiero del Cavaliere, sentiero accidentato,sentiero senza traccia con innumerevoli pericoli ed ostacoli, dove è facile perdersi e voler tornare indietro, ma se si riesce a trovare la costanza di proseguire, il cuore si desterà ricolmo di gioia.
Il Cavaliere non percorre la propria rotta pensando a sè, egli porta sulle proprie spalle il peso del Mondo.

Gli ostacoli del cavaliere non sono asperità che egli trova di fronte a sè per caso, questi scogli il Cavaliere se li cerca, li pretende, perchè tali ostacoli non sono i suoi, ma sono le difficoltà di chi ha intorno, sono le difficoltà di chi soffre, di chi è schiacciato, di chi è sfruttato ed egli non può accettare una vita fatta di piaceri, una vita improntata sul menefreghismo mentre il mondo piange.

Il Cavaliere non marcia per sè incontro al nemico, Egli marcia incontro al nemico per sottrarre al suo giogo più anime possibili.

Il compito del Cavaliere non è portare in salvo la propria pelle, ma portare al riparo chi non può difendersi da solo.
Difendere gli oppressi e schiacciare i superbi, ecco il comandamento, ecco la missione.

Per essere un Cavaliere non servono spada e scudo, ma servono valori considerati perdenti e sconvenienti in questo tempo.

Il Cavaliere è colui che porge la mano a chi è nelle sabbie mobili, il Cavaliere è chi si pone a scudo di chi è bersagliato dalle pietre della moltitudine, il Cavaliere è chi non abbandona i propri cari, il Cavaliere è chi sa dire No, quando è giusto opporsi anche se ciò potrà portare a delle rappresaglie, Il Cavaliere è colui che indaga e non prende per buono qualsiasi favola, Il Cavaliere è chi ama e non accetta falsi amori, il Cavaliere è chi non volta le spalle e tira dritto, ma resta e combatte, il Cavaliere è chi persevera e non lascia incompiuto nulla.

Il Cavaliere è un ribelle, il Cavaliere è uno spirito senza tempo, reietto in ogni epoca, ma conscio del proprio ruolo nel Mondo.

Un Cavaliere non ha un volto, non ha un’etnia, non ha una religione, un Cavaliere ha solo una fede: Aiutare chi soffre e seguire la via dell’Onore.
Io posso essere un Cavaliere, tu puoi essere un Cavaliere.

La battaglia sembrerà sempre persa in partenza, la vittoria sarà sempre un miraggio lontano, il nemico vi sorriderà sempre innanzi tenendo in prigione voi e tutti i vostri compagni, ma il nemico non dovrà mai e poi mai poter dormire sogni sereni, perchè come Davide con una sola fionda riuscì a vincere Golia, così i Cavalieri potranno destare il gregge e dare un senso alla propria vita.

Sorga un Cavaliere.

LA VITA NON È ALTRO CHE UNA VIRGOLA TRA DUE ETERNITÀ

SI E’ SOLI PERCHE’ NON SI AMA

di Omraam Mikhaël Aïvanhov

“Perché tante persone si sentono sole? Perché è in loro stesse, è nella loro testa e nel loro cuore che hanno creato quella solitudine. In realtà non si è mai soli. Lamentarsi di essere soli significa dichiarare che si manca di amore; ma si manca di amore perché non si ama. Quanti uomini e donne si accontentano di sognare l’amore! Attendono il principe o la principessa delle Mille e Una Notte, ed è per questo che si sentono soli: perché aspettano l’amore, e non lo cercano in loro stessi. L’amore che aspettate non verrà mai. L’amore, non lo dovete mai aspettare: è dentro di voi. Lasciatelo uscire, lasciate che si manifesti e che s’irradi: è il solo modo per incontrarlo veramente.”

Omraam Mikhaël Aïvanhov

Essere di destra o di sinistra sono varianti per un imbecille di riconoscersi tale – Ortega y Gasset

di Vincenzo Di Maio

Oggi un vero visionario primordiale rigetta ogni ideologismo del passato novecento per rifarsi ad una dicotomia tesa a distinguere profondamente tra forze del sistema politico mondiale dominante, ossia il nuovo ordine mondiale, e le forze di un sistema politico magistrale, ovvero l’antico ordine mondiale aggiornato dalle capacità conoscitive contemporanee, in cui l’imperium populi è la concezione chiave per una politica rivoluzionaria che permette ad ognuno dei cinque cardini continentali, qual è ad esempio l’Europa dei popoli rispetto al continente di Eurasia, di erigersi attraverso l’autodeterminazione dei popoli come nazioni socializzanti inserite in un quadro superiore di unificazione del magisterio posto al cardine di ogni continente che si incastona in un sacro ordine imperiale tradizionale e ultracontinentale planetario che si erige come soppalcature successive tra i magisteri cardinali e il proprio continente, un collegio pentagonale che nomina un rappresentante del continente alla corte imperiale planetaria che risiederà non all’Onu di New York ma bensì alla capitale Augustea di Antartide.

Quindi ciò presume in primis una prima fase di rivoluzione interculturale dei popoli nei 5 cardini magistrali dei singoli continenti, la formazione di un magisterio politico imperiale che segue un modello unificante delle nazioni socializzanti sotto l’egida guida di un Magister Politicus, la strutturazione di un collegio magistrale e continentale che nomina un proprio rappresentante continentale che darà vita ad una corte imperiale mondiale, la quale edificherà la prima capitale planetaria nel continente di Antartide che sarà chiamata Capitale Augustea.

Perciò vi sono 5 fasi costitutive: la fase rivoluzionaria, la fase magistrale, la fase continentale, la fase imperiale e la fase cortigiana della manifestazione del governo imperiale universale presieduto dall’imperatore planetario rappresentato dalla epifania del cosiddetto Avatar di sintesi atteso da tutte le sacre religioni tradizionali rivelate autentiche. 

Per fare tutto questo la fase rivoluzionaria Interculturale planetaria richiede la composizione di un governo parallelo che si autoproclami esplicitamente ricercando appoggi dai vari livelli amministrativi delle nazioni inclusi i governi vigenti alleati, pontificando così una rete tridimensionale che piegherà costantemente tutti i potentati pedosatanisti globali attraverso l’istituzione di una nuova Norimberga Mondiale.

Essere Visionari Primordiali

AUTODETERMINAZIONE DEI POPOLI IN NAZIONI SOCIALIZZANTI

di Vincenzo Di Maio

L’autodeterminazione dei popoli è un principio che sancisce l’obbligo, a consentire che un popolo sottoposto a dominazione straniera, riconosciuto da alcuni paesi, possa determinare il proprio destino in uno dei seguenti modi: ottenere l’indipendenza, associarsi o integrarsi a un altro stato già in essere, o, comunque, a poter scegliere autonomamente il proprio regime politico.
Le Nazioni Socializzanti sono una visione sociale della libertà individuale come è il rapporto intrinseco tra etica, morale e spiritualità, il quale si pone come alternativa alla concezione dello Stato-Nazione liberale poiché integrata nel quadro politico più ampio di un magistero che unifica il sistema politico attraverso la sincronizzazione elettorale e l’elezione diretta di un Magister Politicus, una guida politica esemplare che garantisce gli interessi comuni delle nazioni socializzanti fondate sull’autonomia dei popoli etnici regionali ma che ne coordinano in particolare le attività economiche lasciando ad esse la libera espressione culturale.
Per autodeterminare i popoli d’Europa oggi necessitiamo di una rivoluzione interculturale capace di scacciare tutti i fattori inquinanti con le loro fonti straniere e nazionali fondate sulla tutela conservatrice di interessi economici reazionari che impediscono la liberazione delle forze spontanee e naturali delle nazioni civiche come delle loro popolazioni etniche.
Concentrandoci su Europastan, la terra dei popoli d’Europa, il modello rivoluzionario può mutare a seconda degli appoggi politici, economici e culturali reali e concreti di ogni nazione che ne determina l’esecuzione del processo rivoluzionario inteso nella dicotomia insita tra manifestazioni pacifiche e l’extrema ratio della guerra civile.
Auspicando un percorso pacifico appoggiato anche dalle forze dell’ordine che si ribellano ai diktat disumani dei vari governi che variano secondo l’appartenenza o meno ad una politica contraria alla lobbing pedosatanista della globalizzazione tecnoeconomica del nuovo ordine mondiale.

AUTODETERMINAZIONE DEI POPOLI IN NAZIONI SOCIALIZZANTI